I mosaici di Rupnik alla Maic. Lo scandalo travolge l’artista. Dibattito sul destino dell’opera

Il gioiello realizzato nella cappella della sede nel 2018 dovrà essere rimosso o non esposto?. L’ex gesuita è accusato di abusi su religiose. La Fondazione: "Distinguere l’autore dalla creazione".

I mosaici di Rupnik alla Maic. Lo scandalo travolge l’artista. Dibattito sul destino dell’opera

Il gioiello realizzato nella cappella della sede nel 2018 dovrà essere rimosso o non esposto?. L’ex gesuita è accusato di abusi su religiose. La Fondazione: "Distinguere l’autore dalla creazione".

Da Fatima a Lourdes, fino agli Appartamenti Papali in Vaticano. E poi c’è Pistoia, tra le città che ospitano almeno uno dei gioielli d’arte realizzati da Marco Rupnik, 69 anni, sloveno, ex gesuita, ora denunciato da alcune religiose per presunti abusi sessuali. Le vittime sarebbero state, in alcuni casi, modelle per le sue creazioni, e ora chiedono la rimozione di quelle opere, come segno di rispetto per il dolore patito. Sul caso dell’uomo Rupnik sarà la giustizia a chiarire la verità, se non altro processuale. Ma quale destino avranno i gioielli realizzati in alcune delle chiese più belle del mondo? Tra queste c’è anche la cappella della nuova sede della Fondazione Maic (nella foto), inaugurata nel giugno del 2018. Un’opera unica, che nell’abside narra l’Assunzione della Vergine Maria, nella versione iconografica orientale e medievale, poi il tema della discesa agli inferi con Cristo che prende per mano Adamo ed Eva. E infine lungo le pareti, la Parusia, cioè il ritorno glorioso di Cristo, alla presenza di santi significativi per la realtà dell’Associazione Maria Madre Nostra, tra cui Santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein), San Giovanni Paolo II, i Santi pastorelli di Fatima Giacinta e Francesco e il servo di Dio Giorgio la Pira.

La posizione della Fondazione Maic è chiara: bisogna distinguere l’artista, la sua vita e le sue condotte, dall’opera che una volta realizzata diventa a tutti gli effetti patrimonio della comunità. Sarebbe come chiedere di rimuovere un’opera di Caravaggio, genio omicida, frequentatore di prostitute che utilizzava anche come modelle di strada per molti dei suoi capolavori. Tanto più che i mosaici che adornano la cappella della Fondazione Maic, sono stati inaugurati nel 2018, quando ancora nessun particolare di questa vicenda era emerso. Non solo. La gestazione dell’opera risale al 2005 ed ha avuto un andamento lento. L’artista l’avrebbe poi preparata nelle parti che la compongono e infine assemblata in tre giorni, grazie alla collaborazione di venticinque operai, il 17 giugno del 2018. L’inaugurazione avvenne alcuni giorni dopo, il 30 giugno, alla presenza delle autorità.

Il presidente della Fondazione Maic, don Diego Pancaldo, che è anche guida pastorale della chiesa della Fondazione preferisce non entrare nel dibattito in merito a una questione così delicata. Resta di fatto la sacralità del luogo, appunto una cappella consacrata, e la bellezza dell’opera che non può essere "sporcata" dalle vicende tutte terrene, ma soprattutto ancora da accertare. Altro aspetto da rilevare, il fatto che la chiesa resti di fatto ad uso della Fondazione e per le attività della stessa. Dunque non è e non sarà mai aperta a tutti. La questione resta ancora spinosa e, da quanto trapela, non è destinata a chiudersi in due giorni.

M.V.