
Il Comitato ha assistito alle prime operazioni di decongestionamento. I timori: "Abbiamo paura che la situazione torni come prima in poco tempo".
PISTOIACellulari puntati sul piazzale della parrocchia. Sguardi nascosti dietro le tapparelle delle finestre. Così, le famiglie del quartiere hanno atteso, per settimane, una soluzione a quella che da anni considerano un’emergenza. Igienico sanitaria, innanzitutto: 150 ragazzi stipati in camere affollate, materassi ovunque e pochi servizi igienici, hanno portato a una difficile convivenza con il quartiere. L’ultima lite dopo che uno dei residenti aveva ripreso un ospite che aveva urinato all’aperto. Ed è così che nelle ultime ore la tensione è salita. Le richieste di sgombero sono tornate insistenti dopo l’ultima aggressione all’interno del centro. Per questo, il piano comunicato dalla Prefettura con i primi trasferimenti di un buon contingente di ospiti nei Cas delle varie province è stata appresa con sollievo dai residenti del quartiere. "Abbiamo espresso le nostre ragioni chiaramente e abbiamo manifestato davanti alla Prefettura – spiega il portavoce del Comitato dei residenti, Gabriele Rafanelli – In questi anni, abbiamo sopportato di tutto. Disordini continui, l’intervento delle forze dell’ordine di notte e di giorno. La nostra vita è stata stravolta. Ma non è finita qui".
Ieri sera un gruppo dei rappresentanti del Comitato ha atteso e sorvegliato tutte le operazioni dei primi trasferimenti degli ospiti di Vicofaro. Operazioni che tuttavia non scrivono la parola fine sulle controversie. "Noi non ci fidiamo – commenta a caldo il portavoce Rafanelli – perché questa è un’operazione a cui il don evidentemente è stato costretto, ma che non porrà fine ai problemi del quartiere. E la ragione è semplice: don Biancalani non si fermerà. Dopo che saranno ultimati questi trasferimenti, resteranno ancora tanti ragazzi nel centro, ma soprattutto lui continuerà ad accoglierne altri, perché la sua missione è questa". E i residenti rilanciano chiedendo una vera rivoluzione, segno che la battaglia non è conclusa. "Perché i problemi finiscano nel quartiere dovrà essere trasferito il parroco. Quello che noi chiediamo è solo questo"
M.V.