"Nella provincia di Pistoia stiamo affrontando una situazione critica per quanto concerne le carenze di organico per i servizi postali". A parlare è Luca Degli Innocenti, rappresentante della Slc Cgil dell’area vasta, al termine di una fase di mobilitazione dei lavoratori (astensione da straordinari e prestazioni aggiuntive, ndr) durata un mese e "partita proprio dal pistoiese per poi estendersi a tutta la Toscana". Numeri pesanti, quelli snocciolati dal sindacalista: "Nella nostra provincia contiamo 214 addetti in meno negli ultimi 10 anni – attacca – il risultato è che manca il fabbisogno necessario agli sportelli, così aumentano code e disagi". "Quanto ai portalettere, ne abbiamo persi 26 in due anni – aggiunge Eneo Tesi della Rsu Cgil – mentre l’Azienda ricorre ai precari, oltre il 25% del totale. Molti restano per poco tempo, in più arrivano da fuori e non conoscendo il territorio, le difficoltà sono grosse. Senza contare l’aumento della corrispondenza dovuto all’acquisizione di Nexive". "Un’azienda pubblica deve fare i conti anche con la sua responsabilità sociale – chiosa Daniele Gioffredi, segretario Cgil Pistoia – non si può puntare sulla precarietà del lavoro, soprattutto in un periodo così difficile". "Chiediamo – conclude Degli Innocenti – di far fronte alle necessità di personale e di aprire un tavolo di confronto su futuro, per aumentare la gamma dei servizi offerti e dare stabilità ai livelli occupazionali. Altrimenti porteremo avanti la mobilitazione".
A stretto giro è arrivata la replica di Poste Italiane, che di contro ribadisce il proprio impegno sul fronte delle assunzioni: "In merito alle politiche occupazionali, l’Azienda informa che nel prossimo triennio sono previsti circa 25mila nuovi ingressi in tutta Italia, di cui 105 previsti per il 2022 solo in Toscana. Di questi, 62 portalettere sono stati confermati a tempo indeterminato lo scorso primo marzo – aggiungono – e andranno a sommarsi a 16 consulenti finanziari e 27 operatori di sportello che verranno assunti in regione nel corso dell’anno. Nonostante le difficoltà causate dalla pandemia, nel biennio appena trascorso sono stati assunti 254 giovani, 71 nel 2020 e 183 nel 2021, fra addetti allo sportello, consulenti finanziari e portalettere – concludono da Poste Italiane – numeri come detto destinati a crescere, con l’obiettivo di garantire un servizio sempre migliore ai cittadini".
Alessandro Benigni