Igli, una vita spericolata Dai lanci col paracadute alla missione nell’Avis Dove vincono le donne

di Lucia Agati

PISTOIA

Le radici di ogni scelta affondano profondamente nell’esistenza di ognuno e talvolta ciò che sembra più lontano da un intento, da uno slancio, da un progetto, in realtà ne è la scintilla. Così è per la vita di Igli Zannerini, presidente dell’Avis Comunale di Pistoia. Igli è nato a Gavorrano, in provincia di Grosseto, il 22 aprile del 1952. Anche il suo nome ha radici lontane, nella letteratura ottocentesca. Cavaliere del Lavoro dal 2015, è sposato con Agata, che aveva la lavanderia di Bottegone, è babbo di Ingrid, che lavora a Milano, in una assicurazione, e di Igor, che è tornato a vivere in Maremma, fa il meccanico e lavora la terra. E questo è il cuore aperto di Igli. Rosso come il sangue, come la vita.

"A Gavorrano c’erano le miniere di pirite e ci lavoravano sia il mio nonno Angelo che il mio babbo Mameli, come tutti gli uomini del paese. Le sirene delle delle miniere suonavano tre volte al giorno: alle sei del mattino, alle due del pomeriggio e alle dieci di sera. Quando suonavano in maniera diversa, e a orari diversi, il nonno diceva che “ci voleva il sangue“. E allora andavano subito a donarlo perchè voleva dire che qualcuno era rimasto seriamente ferito in miniera.

"Il mio nome è la contrazione di Heathcliff, il personaggio creato da Emily Bronte in “Cime Tempestose“, a mia madre Iria, che faceva la sarta e che oggi è ancora con me, a 97 anni, piacevano tanto quel romanzo e mi volle chiamare Heatcliff, ma poi quel nome non facile da pronunciare e scrivere venne accettato all’anagrafe soltanto in versione accorciata, ed è così che è diventato Igli.

"L’interesse per la donazione del sangue riaffiorò quando ero militare, a Livorno, nei paracadutisti. Vidi che nella bacheca della caserma c’era bisogno dello zero positivo. Fu come risentire quella sirena fuori orario e mi presentai per la mia prima donazione. Era l’aprile del 1972. Smisi di fumare durante il Car a Pisa. Era importante per gli allenamenti. Il 2 giugno del 1972 sfilai a Roma dopo un mese alla Cecchignola. Rivedo ancora le prove. La Folgore è un corpo speciale, che ti resta dentro. Però feci un’assicurazione sulla vita a favore dei miei genitori. Volare era un sogno per me, come quando addestravo la mia gazza da piccolo: si lanciava dalla finestra per poi tornare da me e io desideravo volare insieme a lei. L’esperienza dei lanci con il paracadute è sempre stata esaltante. Ne ho fatti novantanove, per l’esattezza. Diciannove da militare e gli altri ovunque, in Toscana e in Emilia. L’ultimo alla fine degli anni Settanta.

"Dopo il militare lavorai come meccanico dell’Alfa Romeo a Prato, a fianco del campione Nanni Galli che ha corso in Formula Uno. Sono stato ai box con lui a Imola e a Monza. E poi ho corso in moto. La nascita dei figli e il mutuo da pagare hanno rallentato queste mie passioni. Ho bisogno di vivere in tensione, lo ammetto. Ho corso cinque edizioni della Pistoia Abetone. Tutte finite. Avevo 33 anni quando fui assunto al Copit prima come autista e controllore e poi per le gite. Erano gli anni della sede storica di piazza Mazzini e poi del deposito di viale Adua, dove ora c’è la Coop. Come autista delle gite ho attraversato tutta l’Italia e tutta l’Europa.

"La decisione di intraprendere la missione di incoraggiare la donazione del sangue nacque proprio sulla strada, dove ho visto tanti lenzuoli bianchi. Perchè, da autista, è capitato di trovare gravi incidenti, e di percepire il grande bisogno di sangue per salvare la vita delle persone.

"Così, con Cherubino Colò, fondai la prima sezione Avis dentro la Copit: cento donatori su 314 dipendenti, un risultato eccezionale. L’Avis è stato ed è un grande amore per me. La Toscana ha 183 sedi. Presiedo l’Avis Comunale Pistoia da tre mandati. Su 89mila abitanti i donatori sono 3155. Ambirei ad averne 500 in più. Così otterremmo la sufficienza. Con le donazioni andiamo in crisi in inverno per l’influenza e in luglio e agosto per le ferie e la pressione che si abbassa. In autunno va meglio.

"Ma il donatore pistoiese è generoso e Pistoia è ancora al top per l’associazionismo. Ora che le sale operatorie hanno ripreso a pieno ritmo dopo l’emergenza, si sta consumando tanto sangue. I giovani stanno aumentando fra i donatori, soprattutto le donne. In consiglio sono 8 su 13 e sono molto in gamba. Del resto la donna dà la vita. Tanti aspettano la Notte Rossa per presentarsi: lo scorso anno 110 nuovi donatori in una notte. Il 19 gugno del 2019 sono diventato nonno per la terza volta. E’ stato il giorno in cui è morta Santina, in Calabria. Qui non accadrà. Il Meteosangue della Regione è la nostra bussola: sappiamo quale gruppo manca ogni giorno e aiutiamo anche fuori regione. L’importante è provarci. In questi anni ho coinvolto tanti sportivi e so di poter sempre contare sui paracadutisti. Il volo è sempre nel mio cuore. Lo sa anche il consiglio che per il mio compleanno mi ha regalato un giro in mongolfiera sul Chianti. Con il vetro sotto i piedi. E’ stato bellissimo".