Il Tribunale civile di Pistoia ha condannato la società agricola Giorgio Tesi a pagare un milione e 14.471 euro alla curatela fallimentare dell’impresa Bruschi Vivai, per aver sottoscritto, nel 2016, un contratto estimatorio senza versare corrispettivi economici adeguati, così da cagionare un danno ai creditori dell’azienda. Secondo la sentenza di primo grado le piante sarebbero state di proprietà Bruschi e non de La Pineta srl come invece risulterebbe dal contratto sottoscritto dalle parti.
"Tali contratti – si legge nella sentenza – tutti sottoscritti in epoca di conclamato stato di insolvenza della Vivai Bruschi, costituirebbero prova di un accordo fraudolento, mediante il quale la Vivai Bruschi avrebbe sostanzialmente ceduto i propri asset aziendali in assenza di corrispettivi economici adeguati, con grave pregiudizio per il ceto creditorio". Secondo il giudice Elena Piccinni, infatti, sarebbe stata accertata "la condotta illecita perpetrata dalla società La Pineta S.r.l. e dalla Società Agricola Giorgio Tesi Vivai in danno dei creditori dell’impresa individuale Sandro Bruschi".
Sarebbe emerso, sempre secondo il Giudice di primo grado, che La Pineta non aveva piante di sua proprietà e neppure dipendenti, mentre da quindici anni l’impresa individuale Vivai Sandro Bruschi avrebbe avuto in affitto tali terreni. "La sentenza del tribunale di Pistoia – afferma Lisa Trinci, componente del comitato dei creditori – ha ritenuto fondato quanto dedotto dalla Curatela fallimentare, secondo la quale i contratti conclusi il 13 ottobre 2016 sono frutto di un preciso accordo tra il Bruschi e la Giorgio Tesi Vivai, volto a spogliare la 'Sandro Bruschi' di tutti i beni aziendali con grave pregiudizio per il ceto creditorio.
Qui si parla del contratto estimatorio tra 'La Pineta srl', di cui Bruschi era il legale rappresentante, e la Giorgio Tesi Vivai per le piante presenti sui terreni di via dell’Amicizia 1. Prodotti che erano di proprietà Bruschi e non di Pineta Srl. Si è quindi trattato, di un tentativo di sottrarre delle piante dal patrimonio Bruschi, con evidente pregiudizio per i numerosi creditori. Continueremo, come creditori, ad avere piena fiducia nella giustizia, civile e penale".
L’Azienda Agricola Giorgio Tesi Vivai, che ha già dato mandato ai suoi legali di impugnare la sentenza nelle sedi di legge, ha ritenuto invece doveroso precisare: "Per il rispetto della magistratura, non intendiamo entrare nel merito della sentenza, avendo da sempre evitato di dare pubblicità ai provvedimenti che riguardano questa vicenda, anche quando questi sono stati a noi favorevoli. Basti ricordare i provvedimenti emessi dalla sezione fallimentare, ormai divenuti definitivi, con cui non solo si riconosce la natura non simulata dei contratti estimatori, ma si evidenzia anche come grazie a tali contratti sia stato possibile evitare la dispersione del valore del soprassuolo.
Corre però l’obbligo di ribadire la totale infondatezza circa la sussistenza di un qualsivoglia intento fraudolento nel portare avanti l’operazione con la ditta Bruschi né tanto meno con la Pineta s.r.l. avendo operato alla luce del sole con i dati e la documentazione che è stata messa a disposizione dalla controparte. L’operazione è invece vero che ha salvaguardato con adeguate procedure sindacali, l’intero comparto lavorativo, i contratti stabiliti, hanno garantito grazie alla nostra coltivazione la sopravvivenza e il valore delle piante e di tutti gli altri beni e la valorizzazione dell’azienda nell’interesse dei creditori. Ribadiamo con convinzione oggi, sicuri del nostro operato, che la verità e la giustizia confermeranno il nostro agire corretto".