REDAZIONE PISTOIA

Il Cervo Bianco ricorda Enzo Marchettoni

Il ristoratore ucciso dal Covid era una colonna portante del rione

Enzo Marchettoni con il costume tradizionale del Cervo Bianco

Pistoia, 12 marzo 2021 - Andare a mangiare dal Marchettoni, come si dice a Pistoia, era un rito di iniziazione, una sorta di battesimo che ti consacrava pistoiese doc. Già, perché la trattoria di San Vitale o dagli anarchici è un percorso nella storia di Pistoia. Tutto lì ha il sapore della tradizione, della casa, della famiglia. I piatti, l'arredamento, il menù, parlano della nostra città, delle nostre radici, di chi siamo stati e di ciò che vogliamo continuare ad essere. Aspetti e sfumature che solo un pistoiese vero, uno che ha ricevuto quel battesimo può capire. Profumi di un tempo passato e di un presente da tenersi stretto.

Enzo Marchettoni non è mai stato un semplice ristoratore è stato un pezzo della storia di Pistoia che ha saputo scrivere mirabilmente con la sua genuinità, con il suo essere schivo, con l'amore e la passione per il suo lavoro. Dalla sua trattoria ci sono passate intere generazioni di pistoiesi che Enzo ha sempre accolto con il suo modo di fare gentile anche se non risparmiava qualche brontolata a chi non sapeva stare al suo posto. Già, perché nel suo locale c'era un codice di comportamento non scritto che tutti erano tenuti a rispettare: non si urla, non si usa un linguaggio inadeguato e soprattutto non di dà fastidio agli altri tavoli. Su questo Enzo era intransigente e non ammetteva deroghe.

E proprio questo suo modo di fare lo aveva fatto amare da tutti, così come per il suo attaccamento alla città e al rione del Cervo Bianco di cui negli anni '80 e '90 è stato dirigente e colonna portante.

Il presidente di Porta Lucchese, Alessandro Giannini, ha voluto ricordarlo salutandolo per l'ultima volta. «Ennio Marchettoni negli anni '80 e '90 con l'allora presidente Ennio Barni è stato una figura importante per il Cervo Bianco – dice – insieme hanno portato avanti e fatto crescere il rione e come sempre Enzo ha svolto il suo ruolo con grande passione. La sua trattoria era proprio nel cuore di Porta Lucchese e lui non si è mai risparmiato per aiutare e dare un mano al rione soprattutto nei momenti difficili. Enzo era una persona disponibile, che non amava mettersi in luce e a cui piacevano i fatti più che le parole. A nome mio e di tutta la dirigenza porgo le più sentite condoglianze alla famiglia per la grande perdita. Con Enzo se ne va un pezzo della storia del Cervo Bianco e di Pistoia, ma soprattutto se ne va una persona perbene».