Leva di ogni cosa fu l’amore. Quello inteso come dedizione incondizionata, come sentimento alto che muove tutto. Che per Francesco ‘Franco’ Freda mosse in particolare per la sua Anna e per quel lavoro straordinariamente svolto per tutta la sua vita, che lo portò a contatto con i più grandi del cinema di sempre: il truccatore.
Ci sono frammenti di vita, ricordi, aneddoti, ricostruzioni d’incontri ne "Il trucco e l’anima. Il cinema del maestro truccatore Francesco Freda", libro di CarloAlberto Biazzi da poco uscito per Giraldi Editore con la prefazione di Giulio Scarpati. Una storia che è in buona parte anche pistoiese, per quel forte legame che unì Franco alla nostra città. Da qui veniva la moglie Anna, qui avevano scelto di vivere comprando negli anni Sessanta una villa in Valdibure, qui avevano trascorso gli ultimi anni della loro vita insieme e qui Franco è morto, nel 2019, a 93 anni.
"Ho pensato fosse giusto raccontare la straordinaria vita artistica di un uomo che mi ha insegnato tanto – scrive l’autore –. Era il 2008, avevo poco più di vent’anni, avevo messo in piedi un piccolo film indipendente e c’era bisogno di un trucco piuttosto importante per uno dei personaggi. Fu una persona di Napoli coinvolta nel progetto a mettermi in contatto con Freda. Gli telefonai, fissammo di incontrarci a Firenze. Lui aveva lavorato con tutti i miei miti, i grandi registi che avevano fatto del cinema italiano un punto di riferimento mondiale. Il suo era il cinema vero".
Da lì la nascita di un rapporto assiduo, pieno d’affetto spontaneo e confidenza. Ne "Il trucco e l’anima" si ritrovano passaggi di un libro scritto da Freda prima di morire e mai pubblicato, ma soprattutto i particolari di una vita affascinante, affrontata da Freda sempre con umiltà nonostante la celebrità dei personaggi divenuti amici: Aldo Fabrizi, Ettore Scola, Marcello Mastroianni, Alberto Sordi. Emergono poi i momenti condivisi con Ava Gardner, donna "di una bellezza inimmaginabile", con Katharine Hepburn, all’apparenza molto forte, ma in realtà "molto tenera". E poi la Loren, con la quale Freda strinse un rapporto di lavoro e amicizia lungo più di vent’anni: "Una donna dall’assoluta dedizione al lavoro e alla ricerca della perfezione, proprio come me".
Dai primi approcci alla professione grazie all’incontro con il famoso truccatore Alberto de Rossi, le ‘fughe’ sui set, a Cinecittà, il primo grande incarico nel 1953 come caporeparto per "Fanciulle di lusso" di Bernard Vorhaus consolidando un’idea: "Per me la bellezza deve essere naturale. I colori, le ombre, le linee e i contorni devono avere un senso, uno straordinario modo di esistere che porta gli attori a essere se stessi e poco costruiti".
CarloAlberto Biazzi, cremonese, 40 anni, è regista, produttore e scrittore. Ha fondato la produzione cinematografica Remor Film con quale scrive e dirige "Il padre di mia figlia" presentato al Festival di Cannes e in altri festival e "Al di là del mare". E’ del 2024 il cortometraggio "L’ora buia". "Il trucco e l’anima" è il suo quarto libro.
linda meoni