REDAZIONE PISTOIA

Il Comitato chiede aiuto: "Un potenziale assassino è libero accanto a noi. Adesso abbiamo paura"

La rabbia e l’incredulità dei residenti della zona: esasperati e scossi per i fatti. Il presidente Rafanelli: "Il prete è incosciente. E le istituzioni ci abbandonano". Intanto è spuntato il video della rissa di sabato sera, ripresa con i cellulari .

La manifestazione. dei residenti davanti alla Prefettura

La manifestazione. dei residenti davanti alla Prefettura

Un prete incosciente e la totale assenza delle istituzioni. Così, con una frase lapidaria, il presidente del Comitato dei residenti di Vicofaro riassume la situazione del quartiere e il sentimento comune dopo gli ultimi episodi di violenza. La rissa di sabato sera è stata ripresa dal cellulare di uno degli abitanti e condivisa nelle chat di quartiere. Attimi di paura ancora una volta a due passi dalle villette della zona residenziale. Ma quanto accaduto martedì sera ha portato i timori dei residenti ad un livello molto più alto. "Qui per poco non ci è scappato il morto – spiega Fabrizio Rafanelli, presidente del Comitato – e ciò che stupisce non è il fatto in sé. Alla violenza di questi ragazzi siamo ormai tristemente abituati, ma ciò che ci lascia francamente senza parole è il pensiero che un potenziale assassino venga rimesso in libertà, e soprattutto che sia libero di camminare per le strade del quartiere a due passi dalle nostre case. A due passi dai nostri giardini e soprattutto della scuola Anna Frank, che è frequentata ogni giorno da decine di bambini e dalle loro famiglie. Possibile, ci chiediamo, che nessuno intervenga?".

Secondo il Comitato dei residenti, l’escalation della violenza all’interno del centro ha spostato il problema da quello del degrado, contro cui pure il quartiere ha sempre chiesto un intervento, a quello della sicurezza, ritenuto ora ben più urgente, per tutti, specie per i bambini che vivono nella zona. "Da parte di don Massimo Biancalani a questo punto – spiega ancora Rafanelli – ravvisiamo una totale incoscienza. Il nostro parroco sta mettendo a rischio la vita degli ospiti del centro e a questo punto anche la nostra, visto che c’è un potenziale assassino libero di girare nel quartiere. Altra questione è come intendere l’accoglienza. Questa non può esser definita tale. Nel centro in cui vivono questi ragazzi manca tutto, persino l’acqua a volte. Li vediamo lavarsi in strada, usare il quartiere come la loro casa, il loro bagno. E poi apprendiamo che i due ragazzi coinvolti in quest’ultimo fatto sono gli stessi protagonisti della rissa di sabato sera. Va spiegato che ci sono solo poche persone che appoggiano il centro e che il parroco non può usare la chiesa come sue proprietà privata. Lui utilizza la strategia di chiamarci tutti fascisti, ma noi residenti abbiamo idee politiche tutte diverse, e non c’entra l’orientamento politico. Questa è diventata terra di nessuno. E nessuno vuole prendere una decisione. Solo che a rimetterci siamo noi residenti. Anche questa è Pistoia. Invece sembra di vivere fuori dallo Stato".

M.V.