ANDREA NANNINI
Cronaca

Il comitato toscano del ’no’: "La nostra battaglia non cambia"

Dopo il pronunciamento del Consiglio di Stato che ha dato il via libera alla seggiovia per il Lago Scaffaiolo, il...

Una delle riunioni che si è svolta nella sala del consorzio Motore, a Campo Tizzoro, dedicata al progetto del collegamento Doganaccia Corno

Una delle riunioni che si è svolta nella sala del consorzio Motore, a Campo Tizzoro, dedicata al progetto del collegamento Doganaccia Corno

Dopo il pronunciamento del Consiglio di Stato che ha dato il via libera alla seggiovia per il Lago Scaffaiolo, il comitato toscano del no, commenta: "Il no del Consiglio di Stato al ricorso dei nostri amici emiliani sulla funivia Polla-Scaffaiolo non cambia nulla della nostra battaglia che rimane attiva a tutti i livelli". Così scrive il gruppo toscano di "Un altro Appennino è possibile" dopo la notizia che il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso dei "cugini" emiliani. Esprimendo: "Solidarietà e sostegno alle ragioni degli amici emiliani per il loro immenso lavoro di informazione sull’assurdità di nuovi impianti sciistici in un contesto in cui la neve sui nostri monti non è più la normalità, ma un fatto straordinario", il Comitato toscano conferma la sua contrarietà al progetto di funivia toscana. L’impianto emiliano – premettono –: "Anziché essere una funivia di collegamento con il Corno alle Scale è l’ammodernamento della seggiovia Polla-Lago Scaffaiolo che risponde alle esigenze degli impianti sciistici dell’area emiliana". Va oltretutto valutato che: "Lo smantellamento della sciovia del Cupolino, già avvenuto, allontana in modo significativo le piste di sci emiliane dal versante toscano". Tutto ciò – prosegue il documento dei toscani – non indebolisce, ma addirittura potenzia le ragioni della contrarietà sulla nuova funivia Doganaccia-Corno alle Scale:. "Nonostante un nome così altisonante, questo progetto non esce dalla Toscana, né tantomeno raggiunge il lago Scaffaiolo perché si ferma a circa 850 metri dalla stazione di arrivo dell’impianto emiliano e il cosiddetto “collegamento“ si realizza solo a piedi usando un tratto di sentiero non percorribile in condizioni di innevamento con scarponi e sci in spalla". Il progetto, si legge infine: "Non tiene conto del cambiamento climatico e rappresenta un grave danno alle risorse ambientali, naturali e paesaggistiche del nostro Appennino".

Andrea Nannini