Il destino del vecchio Cinema Reno. Abbandonato da mezzo secolo. Pubblicati progetto e disegni

La comunità si interroga sul futuro dell’edificio che dovrebbe essere trasformato in un condominio

Il destino del vecchio Cinema Reno. Abbandonato da mezzo secolo. Pubblicati progetto e disegni

Così si presenta l’interno del Cinema Reno di Bardalone che fu inaugurato ne 1932 ed è in stato di abbandono da circa mezzo secolo Ancora non vi sono certezze sul suo recupero

Occhi puntati sul destino del Cinema Reno di Bardalone, inaugurato nel 1932 come palazzo littorio. Il fabbricato è abbandonato da almeno cinquant’anni, un vero peccato perché l’edificio è di pregio. Nel 1946 entrò a far parte del Demanio, nel 1961 venne acquistato dalla parrocchia di Maresca per dare vita a una scuola professionale che ne occupò una parte. In seguito, nel corpo aggiunto sul retro, venne allestita una fabbrica di calzature, che si trasferì nella zona artigianale dell’Oppio, per poi cessare l’attività. Molti giovani dell’epoca quando ne parlano ancora oggi hanno un tremito nella voce, il Cinema Reno è stato un punto di aggregazione tra i più importanti dell’intera Montagna Pistoiese. A partire dal 2010 una nuova trattativa coinvolse la Pubblica Assistenza di Bardalone, ma non andò a buon fine. Un paio di anni fa, l’accordo per la vendita tra la parrocchia di Maresca e l’acquirente, è stato raggiunto con una società che ha manifestato l’intenzione di realizzarci degli appartamenti. A oggi però i lavori non sono iniziati e l’immobile versa nel più totale abbandono. Il lucernaio è stato sradicato dal tetto, quindi nel solaio ci piove. Non ci sono segni evidenti di lesioni importanti, però un così lungo abbandono potrebbe comprometterlo. Da quanto risulta non ci sono impedimenti per il cambio di destinazione urbanistica che possano impedire la realizzazione del progetto, però l’inizio dei lavori non prende forma e non si sa nemmeno se sono state presentate formalmente le pratiche edilizie. Progetto e i disegni sono stati pubblicati sul sito di una società di Pisa.

Andrea Nannini