Il dialogo virtuoso tra il flauto e il pianoforte

Il secondo concerto del Pracchia in Musica Festival si terrà domani nella chiesa di San Lorenzo, con Claudio Ortensi al flauto e Alberto Spinelli al pianoforte. Il programma include composizioni di Debussy, Longo, Doppler e Donizetti, offrendo un'esperienza musicale ricca e variegata.

Il dialogo virtuoso tra il flauto e il pianoforte

Claudio Ortensi e Alberto Spinelli, direttore artistico del festival di Pracchia, da lui ideato undici anni fa

Domani, venerdì 16 agosto, nella chiesa di San Lorenzo, con inizio alle ore 17.30, secondo concerto di Pracchia in musica festival, giunto all’undicesima edizione, promosso dall’Associazione Filarmonica Alto Pistoiese (Afap), con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia (ingresso libero).

Protagonisti saranno Claudio Ortensi, flauto, e Alberto Spinelli, pianoforte. Spinelli è direttore artistico del festival, da lui ideato, undici anni fa.

Il duo – come si legge nell’anteprima – presenta un programma che mette in luce le potenzialità di questa formazione proponendo composizioni originali di Debussy, Longo, Doppler, Donizetti e virtuosistiche trascrizioni da opere verdiane. Un insieme di brani noti e meno conosciuti, in grado di far risaltare i livelli di virtuosismo della letteratura flautistica, evidenziando quanto sia complesso mettere insieme uno strumento a fiato dal suono pieno e delicato e uno strumento a corde percosse che, con i suoi 88 tasti, può raggiungere sonorità importanti. Si parte con una Sonata di Mozart, che fu scritta per violino, ma ben presto venne adattata per il flauto come le altre cinque sonate giovanili per flauto e clavicembalo (o pianoforte) composte nell’autunno 1764 a Londra, quando Mozart aveva appena otto anni.

Per ascoltare il flauto ai vertici della sua espressività in programma troviamo anche il celeberrimo Syrinx per flauto solo composto da Claude Debussy nel 1913. Vero banco di prova per ogni flautista. Si continua con il Novecento, tornando in Italia con la Sonata per flauto e pianoforte di Alessandro Longo. Longo fu un prolifico compositore, dalla scrittura raffinata e piena di spontaneità melodica. Il flauto è stato suonato da numerosi ottimi dilettanti che chiedevano repertorio “alla moda”. Così la letteratura flautistica si espande nelle trascrizioni di opere liriche. Compositori il cui nome oggi è sconosciuto ai più si cimentano con l’impresa di condensare vari melodrammi. In programma due pot-pourris curati da Carl Schatz: il primo da Ernani il secondo da Il Trovatore di Giuseppe Verdi. Con Franz Alfred Doppler troviamo un flautista compositore. Siamo in Ungheria, nell’Ottocento, e Doppler è un acclamato virtuoso. Sembra gli interessi stupire il pubblico con effetti davvero speciali. Ci riesce anche nella Fantasia pastorale ungherese che troviamo in programma. Chiusura con la Sonata per flauto e pianoforte di Gaetano Donizetti. Scritta a Bergamo nel maggio del 1819 è un bellissimo esempio di dialogo tra flauto e pianoforte.

D.G.