REDAZIONE PISTOIA

Il fallimento dei vivai Bruschi. Istanza respinta: avanti il processo

Le udienze sono riprese ieri mattina: le difese hanno avanzato la richiesta di sospensione pregiudiziale. Si attende l’esito del ricorso dopo la sentenza della Corte d’Appello. No dei giudici: si riprende a febbraio.

Il fallimento dei vivai Bruschi. Istanza respinta: avanti il processo

E’ ripreso ieri mattina, davanti al collegio presieduto dal giudice Stefano Billet (a latere giudici Jaqueline Monica Magi e Raffaella Amoresano) il processo per bancarotta fraudolenta per il fallimento dei vivai Bruschi. Nel processo, l’azienda Tesi Vivai, difesa dall’avvocato Andrea Ferrini, è stata chiamata a rispondere come responsabile civile. Era stato l’avvocato Giuseppe Castelli, legale di uno dei creditori, la Vivai Piante Trinci Daniele, a chiedere la citazione come responsabile civile della Giorgio Tesi Vivai che, in caso di condanna, concorrerà a risarcire i creditori. Sul banco degli imputati, dunque, gli imprenditori

Sandro Bruschi, difeso dall’avvocato Alberto Rocca di Prato; dell’imprenditore pistoiese Fabrizio Tesi, difeso dagli avvocati Andrea Niccolai e Sabrina Simone del foro di Pistoia; di Lorenzo Marchionni, difeso dall’avvocato Lorenzo Zilletti del foro di Firenze e di Marco Cappellini, difeso dall’avvocato Valerio Spigarelli del foro d Roma. Marchionni e Cappellini sono i consiglieri, professionisti, che hanno curato le trattative precontrattuali

e la redazione dei contratti per conto di Fabrizio Tesi.

Ieri mattina le difese hanno presentato un’istanza di sospensione pregiudiziale del processo, alla luce del ricorso presentato dai legali di Bruschi, gli avvocati Marco Baldassarri e Pierpaolo Ciccarelli del foro di Pistoia, dopo la recente sentenza della Corte d’Appello di Firenze che aveva ribaltato il pronunciamento della Corte di Cassazione, sostenendo la possibilità del fallimento e la prevalenza dell’attività commerciale dell’azienda rispetto a quella agricola (l’imprenditore agricolo, infatti, che abbia come prevalente questa attività non è soggetto a fallimento, come i giudici della Suprema Corte avevano ribadito).

Dopo una breve camera di consiglio, il collegio presieduto dal giudice Billet ha respinto l’istanza, calendarizzando le udienze a partire dal prossimo 24 febbraio, data in cui inizierà l’escussione dei testi del pubblico ministero. Tutti e quattro gli imputati, lo ricordiamo, sono stati chiamati a rispondere in giudizio, in concorso, di una serie di azioni con cui avrebbero occultato, o "dissipato" i beni dell’azienda fallita, tramite operazioni con cui, secondo l’accusa, l’impresa veniva spogliata completamente sia dei beni aziendali che delle rimanenze senza che vi fosse vantaggio economico per l’azienda stessa e realizzando, sempre secondo l’accusa, "un grave pregiudizio per gli interessi dei creditori privati e pubblici".

reda. pt.