
Un addetto al lavoro nel cantiere di fuoco prescritto a Le Roncole
Montagna pistoiese, 9 aprile 2019 – Tre ettari di prato-pascolo nella zona delle Roncole, situata a circa 1400 metri di quota, nella foresta regionale di Melo-Lizzano-Spignana, sono stati percorsi dal fuoco, lo scorso gennaio. Ma non si è trattato di un incendio, bensì della prima esperienza in provincia di “fuoco prescritto”: una tecnica, riconosciuta dalla normativa, che consiste nel far passare, in modo autorizzato, il fuoco su un’area pianificata, con finalità precise. Alle Roncole, lo scopo primario dell’operazione, promossa dall’Unione dei Comuni Appennino pistoiese, era la riduzione di specie (come paleo e falso mirtillo) antagoniste del mirtillo nero, frutto caratteristico della nostra montagna che consente a tante persone di integrare il proprio reddito, nonché materia prima di lavorazione per alcune ditte locali. L’abbandono dei pascoli e l’avanzare del bosco ne stanno però causando la progressiva riduzione. Gli scopi e le modalità dell’intervento sono stati oggetto di un convegno, molto partecipato, che si è svolto nei giorni scorsi nella sede del progetto Mo.to.r.e a Campo Tizzoro.
“Il pascolo d’altitudine delle Roncole non veniva più utilizzato dal 1992 – spiega Francesco Benesperi, responsabile dal settore Forestazione dell’Unione -; si era formato così un tappeto di erbe, come il paleo, che impediva lo sviluppo di alcune specie, fra cui le piante del mirtillo nero. Queste hanno la capacità, dopo il rapido passaggio del fuoco, di rigenerarsi, aumentando la capacità produttiva. Il paleo e le specie che generavano un ostacolo fisico per il mirtillo nero sono state ridotte per più dell’80%. Alcuni monitoraggi misureranno gli effetti di questa operazione – specifica Benesperi -: ci auspichiamo, nel giro di due anni, visibili miglioramenti sul vaccinieto, sia per estensione che forse già in termini di produttività. Vorremmo dar corso ad ulteriori interventi, anche per rigenerare alcuni pascoli d’altitudine. Il fuoco prescritto serve anche per prevenire gli incendi perché elimina i combustibili più infiammabili. È stato recepito in tempi relativamente recenti dalla normativa regionale, ma in Europa c’erano già da tempo diverse esperienze”.
Luca Tonarelli (di Dream Italia e del Centro addestramento regionale Aib ‘La Pineta’) evidenzia che si tratta di operazioni ecologiche ed economiche. A Le Roncole sono bastate appena 3 ore di cantiere e una decina di addetti specializzati, da varie parti della Toscana. Era poi presente altro personale, ma a fini didattici e di addestramento. “Ci siamo spesi con forza per attivare quest’area sperimentale – riferisce Tonarelli – fatto il progetto, si opera con la massima sicurezza. Si scelgono le condizioni meteo adeguate e la zona interessata viene delimitata per evitare che il fuoco fuoriesca”. La tecnica del fuoco prescritto, ovviamente, deve essere usata solo da soggetti autorizzati e sulla base di un dettagliato progetto, approvato da chi ne ha la competenza.
“Il fuoco ha inoltre un altro effetto benefico – aggiunge Tonarelli – cioè quello di risvegliare alcuni semi ‘dormienti’ nel terreno, stimolando così la rinascita di alcune specie e quindi una maggiore biodiversità”. Concetti che, pur senza i riscontri scientifici disponibili oggi, erano in parte già noti ai nostri “bisnonni”. Se i risultati saranno quelli attesi, operazioni come quella condotta a Le Roncole saranno un prezioso strumento per contrastare il ritirarsi dei vaccinieti, dando respiro a molti raccoglitori locali. Basti pensare che solo nel 2018 l’Unione Appennino pistoiese ha rilasciato ben 195 autorizzazioni per la raccolta mirtilli, di cui 60 anche per il patrimonio agricolo forestale regionale (Pafr) di cui fa parte appunto la zona delle Roncole.