REDAZIONE PISTOIA

"Il giardino cura chi lo cura". La terapia verde di Francesco Mati

Presentato il nuovo libro dell’imprenditore pistoiese: "L’uomo e la pianta sono compagni di viaggio"

"Il giardino cura chi lo cura". La terapia verde di Francesco Mati

Il giardino, luogo da vivere e dispensatore di benessere e relax ma nel rispetto delle sue necessità naturali. E’ uno dei concetti fondamentali del libro "Il giardino sostenibile", di Francesco Mati, titolare insieme a fratelli Andrea e Paolo della storica azienda florovivaistica pistoiese. Il libro è stato presentato in anteprima al Salone del Libro di Torino, e poi a Pistoia dall’autore insieme alla giornalista Simona Bellocci e all’editore Fabio della Tommasina nel giardino del Toscana Fair. "Abbiamo già appurato che prendersi cura del verde, che sia un giardino o anche semplicemente una pianta di basilico, porta benessere – ha spiegato Mati – con il motto “il giardino cura chi lo cura“ ci riferiamo proprio all’aspetto terapeutico del giardinaggio. C’è un rapporto stretto tra uomo e pianta, compagni di viaggio che condividono lo stesso ambiente". E’ qui che entra in gioco la sostenibilità, legata al rispetto delle esigenze delle piante e del prato, consentendo di allungare il loro corso vitale, facendo attenzione allo sperpero di acqua e nutrendo il terreno in modo mirato. Tutto il contrario di quello che può essere definito fast gardening, o peggio ancora una collezione botanica, dove da un lato c’è la fretta di vedere subito il risultato. Perché non sempre il giardino che immaginiamo è sostenibile. "Anche se il giardino è un ambiente da vivere, non significa che si debbano considerare le piante al pari dell’arredamento, scegliendole solo in base ai propri gusti – ha detto Mati – bisogna guardare al clima, alla posizione, alla disponibilità di acqua e poi vedere quali piante siano più adatte". Il libro contiene anche un excursus storico sui giardini più famosi e a una serie di consigli e istruzioni per quella che l’autore definisce una "rivoluzione gentile nel giardino contemporaneo".

Daniela Gori