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Il giocattolo: viaggio nel tempo: "L’amico dei giorni più lieti"

Visita al Museo di Pinocchio di Firenze, il libro di Collodi raccontato da Giuseppe Garbarino. Curiosità e divertimenti di ogni epoca. Il consiglio dei nonni: "Cari ragazzi, usate la fantasia!".

Il giocattolo: viaggio nel tempo: "L’amico dei giorni più lieti"

"C’era una volta …un re! - diranno subito i miei piccoli lettori. – No, ragazzi, avete sbagliato. C’era una volta un pezzo di legno". Siamo sicuri che tutti avete indovinato il libro che abbiamo letto a scuola e di cui questa citazione è l’incipit perché nessuno di noi potrà mai dimenticare la storia di quel simpatico burattino buono ma ingenuo, in cui tutti noi possiamo identificarci, anche all’epoca dei social. Pinocchio ha già soffiato le sue prime 140 candeline da quando la penna esperta e scanzonata del fiorentino Carlo Lorenzini, il Collodi, ha raccontato le sue avventure sulla rivista "Il giornale per i bambini" tra il 1881 e il 1882 e in volume nel 1883.

Forse, se rovistiamo nella cesta dei giochi, lo possiamo trovare lì tutto solo perché i videogame hanno preso il suo posto. Sicuramente il progresso tecnologico ha perfezionato i giochi ma per divertirci è proprio necessario? Cosa rischiamo di perdere? Il 30 gennaio 2024 abbiamo visitato il Museo del giocattolo e di Pinocchio che si trova a Firenze in via dell’Oriuolo 47 che ospita più di 1500 giocattoli costruiti tra il 1700 e il 1970 provenienti da tutta Europa e una sezione dedicata al nostro Pinocchio: bambole eleganti con le loro case da sogno, trenini, macchinine e tanti balocchi molto particolari che abbiamo scoperto giocando. "La caccia al tesoro è molto importante per grandi e piccini perché è divertente ed inoltre consente di prestare attenzione, scoprire, fantasticare, emozionarsi e conoscere tutti i giochi unici ed inimmaginabili esposti nelle vetrine", così la dottoressa Anna Mangani del Museo ci illustra l’attività pratica da vivere in questo posto incantato. Dalla visita abbiamo imparato che in passato il gioco serviva per educare ed era il riflesso della società e dei suoi pensieri e pregiudizi. Se l’evoluzione tecnologica è un dato di fatto, tuttavia rischiamo di perdere la maestria di tanti artigiani che, come Geppetto, costruivano i balocchi con molta pazienza e creatività. E i nostri nonni con cosa giocavano? Nonna Alessandra racconta: "Il mio primo giocattolo è stata una bambola di stoffa a quadri bianchi e blu cucita dalla mia mamma con la faccia dipinta a mano".

La nonna di Diego dice: "Io ero una bambina negli anni ’50 quando non si trovavano molti giocattoli perché l’Italia si stava risollevando dalla guerra. Si giocava a nascondino, a saltare con la corda, insieme ai bambini che abitavano vicino a me". Il gioco è di tutti per tutti, è condivisione, è creatività e fantasia!