REDAZIONE PISTOIA

Il grazie della città a Dami: "Un artista lungimirante e un uomo umile e generoso. La sua opera sia ricordata"

Ieri pomeriggio la cerimonia laica alla presenza di autorità, colleghi e ’vecchi’ amici. Una telecamera a riprendere tutte le testimonianze. Poi il pensiero dedicato alla moglie Anna.

Il grazie della città a Dami: "Un artista lungimirante e un uomo umile e generoso. La sua opera sia ricordata"

Tanti commossi ricordi dell’uomo, dell’insegnante e dell’artista Andrea Dami e tanti amorevoli pensieri per la moglie Anna Venturi, ancora in ospedale in terapia intensiva, si sono succeduti nel corso della cerimonia laica che si è tenuta ieri nella sala delle Cappelle del commiato della Croce Verde. Accanto alla bara, su un cavalletto, una grande e bella foto di Andrea Dami sorridente con una piccola farfalla simbolo della sua arte. La sala piena di volti amici, l’atmosfera familiare, i saluti delle istituzioni, una telecamera a riprendere tutto perché Anna, quando starà meglio, possa vedere il filmato dell’evento.

Non c’era una scaletta predefinita, solo una gran voglia di tenere vivo il ricordo e la promessa di conservare un’eredità spirituale vasta e profonda. Ci sono stati venti interventi e nessuno di circostanza, con eterogeneità di stili, come nell’opera di Dami, dal registro culturale a quello civile, dall’amichevole al familiare. Impossibile dare conto di tutti gli interventi. Ha iniziato don Paolo Tofani, introducendo l’immagine, poi ripresa da altri, di Andrea come una "stella che ci illumina", un artista "senza vanità e con spirito di servizio". L’assessore Benedetta Menichelli ha portato il saluto del Comune di Pistoia: "Non era solo un artista di valore – ha detto – ma una bella anima, gentile, umile e generoso".

Un grazie sentito a Dami è giunto dall’assessore Tiziano Pierucci del Comune di Montale che ha ricordato le opere ospitate a villa Smilea e una ’scultura sonante’ di Dami presente anche nella sala consiliare della città gemellata Langenfeld. Anche l’assessore Davide Castani del Comune di Larciano ha avuto parole di ringraziamento. Dai riconoscimenti istituzionali e anche da molti altri interventi è emerso come il lavoro di Dami sia stato esteso e capillare irradiandosi dalla città di Pistoia a tutta provincia, da Monsummano all’Abetone, da Montale a Gavinana. Tanti intervenenti sono stati spesso rotti dalla commozione, come quello del collega insegnante Carlo Marchetti: "Vedeva più lontano di tutti – ha detto – basti pensare al giardino della memoria e ai viaggi a Dachau, la sua era un’educazione alla libertà coniugata all’arte". La motivazione civile dell’impegno culturale di Dami è stata più volte sottolineata.

"Era un artista che viveva e operava per la città – ha detto Anna Brancolini, una critica d’arte che tanti testi ha scritto per lui – e ora la sua opera deve essere considerata dalla città e per questo ci daremo da fare con le istituzioni". Siliano Simoncini, insegnante alla scuola d’arte, ha ricordato del Dami studente "il grande talento e l’intuizione innovativa oltre all’importanza dell’incontro con Anna Venturi". Che Andrea e Anna fossero una cosa sola, inscindibili e sempre insieme, è emerso da molti degli intervenuti, a sottolineare un’unione e una condivisione totale, nella vita e nell’attività culturale. Il legame tra l’arte, l’impegno civile e l’educazione è stato evidenziato molto bene da Roberto Agnoletti: "Per Andrea l’arte era la condivisione di un pensiero – ha detto –, metteva a confronto linguaggi diversi a costo di fare un passo indietro, di non marcare il suo segno, voleva farsi capire da tutti, era un uomo di comunità più ancora che un uomo d’arte".

Le testimonianze sono divenute sempre più intime e affettuose. "Andavo a potargli gli olivi – ha detto un amico con le lacrime agli occhi – ti saluto col canto degli scout nell’ora degli addii". Un rappresentante degli Amici di Casa Giusti di Monsummano ha ricordato "l’animo fine, le tante cose fatte per Monsummano" e anche l’ultima riunione di sabato 30 settembre, prima dell’incidente in auto che lo ha portato via per sempre. L’affabilità di Andrea, la sua disponibilità a collaborare con tutti, è stata ricordata anche a proposito del lavoro comune compiuto con gli uomini della Forestale, con i tanti artigiani con cui ha condiviso i lavori artistici sui diversi materiali impiegati nelle sue opere.

L’amico e giornalista Cesare Sartori ha evidenziato "lo sguardo birichino di Andrea, il suo gusto per le battute" e l’ultimo incontro ad una inaugurazione pochi giorni prima della tragedia. Dai familiari presenti è emersa la dimensione privata, il carattere dolce e scherzoso, di un uomo che non faceva pesare a nessuno la sua cultura e il suo valore di artista. Nell’ultimo intervento, prima dei ringraziamenti della nipote, Franco Pessuti ex assessore di Montale ha ricordato che Andrea Dami gli fu presentato da Jorio Vivarelli, che lo definì "la speranza dell’arte di Pistoia". Tutti gli amici convenuti alla cerimonia si sono ripromessi di dedicare ad Andrea e alla sua opera altri e più articolati momenti di ricordo e di studio. Ma intanto è alla moglie Anna che tutti volgono con speranza la loro attenzione perché sia lei, una volta guarita, a proseguire con gli amici la strada tracciata da Andrea.

Giacomo Bini