REDAZIONE PISTOIA

Il messaggio del vescovo: "Educhiamo alla pace"

Monsignor Tardelli ’portavoce’ di Papa Francesco con le autorità locali "L’intelligenza artificiale aiuti lo sviluppo e non aumenti le diseguaglianze" .

Il messaggio del vescovo: "Educhiamo alla pace"

Consegnato ieri alle autorità locali, dal vescovo di Pistoia e Pescia, Fausto Tardelli, il messaggio di Papa Francesco per la Giornata della pace. Sindaci, assessori, consiglieri comunali, di tutto il territorio diocesano, che comprende anche parte delle province di Prato e Firenze a da quest’anno, con l’unificazione delle diocesi di Pistoia e Pescia, anche parte della provincia di Lucca, si sono riuniti, su invito di monsignor Tardelli, nel palazzo vescovile di via Puccini a Pistoia. Presenti anche rappresentanti della prefettura, delle forze armate, della questura, dei carabinieri, della guardia di finanza, dei vigili del fuoco, dell’Asl e della Fondazione Caript, oltre a esponenti di varie associazioni. La capogruppo della Lega in consiglio comunale a Pistoia, Cinzia Cerdini, non ha partecipato all’incontro, in polemica con la situazione della parrocchia pistoiese di Vicofaro, da anni al centro delle cronache per i problemi sulla gestione degli immigrati che il parroco, don Massimo Biancalani, accoglie in gran numero nei locali parrocchiali, anche con problemi di convivenza con gli abitanti, fedeli compresi. "Ognuno è libero di fare quello che ritiene giusto – ha commentato a tale proposito il vescovo – il mio è un invito che va al di là degli schieramenti politici e al di là delle situazioni contingenti, che possono essere problematiche o meno. Chi vuole accoglierlo lo accoglie e chi non vuole è libero, ovviamente, di farlo".

"Il messaggio di quest’anno – ha quindi spiegato monsignor Tardelli, entrando nel merito dell’invito del Papa – guarda al futuro, perché cerca di far riflettere su come l’intelligenza artificiale possa servire alla pace e al progresso vero dell’uomo e non rappresenti, invece, un rischio enorme per l’aumento delle disuguaglianze o perché si facciano armi sempre più sofisticate". Per monsignor Tardelli "bisogna approcciare queste tecnologie con attenzione, soprattutto per quello che riguarda la sfida della formazione in questo ambito nei confronti dei più giovani". "In questo senso – ha evidenziato monsignor Tardelli – l’impegno, anche delle istituzioni locali, deve essere concentrato in primo luogo sul cercare di guidare le ragazze ed i ragazzi verso un utilizzo consapevole e critico di questi strumenti. Siccome il tema richiede anche impegno educativo – ha concluso il vescovo –, a livello territoriale penso si possa lavorare nell’ambito delle scuole e della formazione, pensando a far sì che questa realtà nuova serva davvero ad uno sviluppo autentico dell’uomo".

Patrizio Ceccarelli