Un riconoscimento a quelle personalità che a vario titolo abbiano contribuito a valorizzare il ruolo di Firenze quale città simbolo di cultura, scienza, arte e sensibilità. E il riconoscimento in questione, ovvero il Premio Porcellino, è andato tra gli altri anche al pistoiese Enrico Savelli che lo ha ritirato nel corso di una suggestiva serata all’ombra della Loggia del Mercato Nuovo, nel capoluogo toscano. Il racconto dell’opera di Savelli, scultore di lungo corso che ha eletto il suo ‘posto nel mondo’ a Casore del Monte, non può prescindere da un elemento che per lui è vita, è arte: la luce, intesa come "principio di salvezza". Nato a Pistoia nel 1955, Savelli ha ereditato dalla famiglia di tradizione artigiana una manualità innata, iniziando già da bambino a disegnare e modellare l’argilla. Allievo di Arrigo Valiani e Vasco Melani, si avvicina al fermento fiorentino a partire dalla Galleria Numero di Fiamma Vigo e dalla Galleria Pananti, incontrando Parronchi e Luzi. Frequenta gli studi in Medicina, corsi all’Accademia di Belle Arti, di pittura allo studio di Fiorenza de Angelis e di ceramica dal maestro Fantoni. La sua produzione oggi quarantennale è stata protagonista di numerose personali e collettive, sue opere sono presenti in numerose chiese, collezioni pubbliche e private. A Firenze ha esposto nel Palazzo Panciatichi, nel Giardino di Boboli, nel complesso della Basilica di Santa Croce e nel Museo Buonarroti. Sempre a Firenze ha esposto la Pietà, ora a Brescia nella Chiesa di Santa Maria della Stella. Ultima esposizione nel capoluogo nel 2023, con una importante selezione delle sue opere nei chiostri e nel sagrato della Basilica di San Lorenzo. Nel 2015 e 2016 mostre a Osaka e Kyoto. Schivo, appartato, lontano da scuole, mode e correnti, Savelli dimostra nel suo plasmare la materia una grande umiltà, quel suo mettersi al servizio dell’opera.
"In Savelli – ha detto di lui il professor Sergio Givone – tutto è lotta, tutto è conflitto, della luce e delle tenebre, della libertà e dell’inerzia della pietra. La pietra è pesante è forte, è dura e invece la luce, al contrario, è infinitamente leggera. La libertà o è grazia o non è nulla. Ecco perché le sue opere che sono basate su questo conflitto di materia e spirito, di luce e tenebra, hanno questa leggerezza, questa levità e delicatezza che è propria dello spirito. Si puo` ben dire che tutto il lavoro di Savelli sia tutt’uno con il travaglio creaturale che attraversa il mondo e ne esprime l’ansia di salvezza". Il Premio Porcellino, diciannovesima edizione, è stato promosso dal comitato Il Porcellino presieduto dall’assessore allo sviluppo economico del Comune di Firenze Jacopo Vicini e composto dai rappresentanti di Confesercenti Firenze e dagli operatori del Mercato del Porcellino. Quest’anno il Comitato, oltre al ‘nostro’ Savelli, ha conferito il premio a Centro di formazione professionale Don Giulio Facibeni, il designer Luca Dini, gli attori Barbara Enrichi e Sergio Forconi, e all’eccellenza del canottaggio Giovanni Paoli. Ospite d’onore la cantante Dolcenera.
l.m.