Il punto dell’assessore: "Lavoriamo al meglio. Ma quando diluvia così si può fare ben poco"

Bartolomei analizza la situazione nelle zone più complesse del Comune "Tubature più grandi e fossi più puliti sarebbero sicuramente utili. Tuttavia se scendono ottanta millimetri in un’ora come lunedi...". .

Il punto dell’assessore: "Lavoriamo al meglio. Ma quando diluvia così si può fare ben poco"

Il punto dell’assessore: "Lavoriamo al meglio. Ma quando diluvia così si può fare ben poco"

Quando Giove Pluvio scatena la sua furia, gli abitanti delle zone del Nespolo, Chiazzano, Badia a Pacciana, Le Querci, Quarrata, sanno già che li attenderà una nottata da incubo.

E così è stato con l’acquazzone che si è abbattuto l’altra notte su Pistoia che, anche questa volta, ha causato danni alle abitazioni, orti e terreni. I problemi, secondo gli abitanti della zona, sono sempre gli stessi ovvero i fossi ed i tombini che non sono puliti ed i terreni rialzati. È possibile, però, che siano solo questi i problemi che causano gli allagamenti in queste zone?

"Se i fossi fossero più larghi e correttamente puliti, così come se le tubature fossero più grandi, sarebbe sicuramente meglio – dice l’assessore comunale all’assetto idrogeologico, Alessio Bartolomei –, ma dobbiamo tenere conto del pluviometro che l’altra giorno ha registrato una caduta di pioggia di 125 millimetri nelle ventiquattro ore, con una punta di 80 millimetri in un’ora, dalle 23.30 alle 24.30. Si parla di una caduta di pioggia grandissima – mette in chiaro – e quando accadono fenomeni del genere non c’è fossa o tombino che possa smaltire un volume d’acqua così importante".

"La dimostrazione è che, a parte le zone diciamo deboli, l’acqua è arrivata anche a Sant’Agostino, nella zona del sottopasso della stazione ed in altre via della città. Alla fine alle 3 di mattina era tutto finito e, da una parte, per fortuna è successo di notte – puntualizza Bartolomei – perché se fosse accaduto di giorno sarebbe stato un problema grandissimo".

I cittadini puntano il dito anche sui terreni che sono stati rialzati che causano gravi disagi in caso di pioggia forte. "Ci sono tanti vivai con i terreni rialzati – afferma Bartolomei – ed il problema non riguarda gli ultimi anni. Da parte nostra diciamo che i terreni non si possono rialzare, facciamo operazioni di vigilanza ma non è facile riuscire a tenere tutto sotto controllo. Le pratiche che vengono presentate agli uffici sono impeccabili, tutte a norma e fatte benissimo e, come ho detto, controllare tutti i terreni diventa difficile".

C’è un’altra domanda che molte persone si pongono. E’ vero che la quantità d’acqua che è caduta la scorsa notte è stata impressionante, però perché certe zone sono sempre le più colpite? "E’ vero – ammette Bartolomei –, le zone del Bollacchione, Acqualunga, della Brana, dei Potacci Pancone e Ombroncello sono da sempre quelle più colpite, ma c’è da considerare la posizione che influisce non poco. Teniamo conto che Piazza del Duomo è 70 metri sopra il livello del mare; Chiazzano, per esempio, si trova a 40 metri e quindi è più probabile che l’acqua vada in questa direzione".

"Ripeto, quando arrivano piogge così intense e forti non è la fossa più grande o la tubatura più larga che può risolvere il problema – conclude Bartolomei –, l’unica soluzione è creare micro casse d’espansione per mettere al sicuro queste zone. Non esistono altri modi ed è ciò su cui stiamo lavorando insieme al Consorzio di Bonifica. Stiamo individuando terreni più bassi per potere creare casse d’espansione ma si tratta di un lavoro che richiede tempo e un notevole impegno economico. Ci sono già dei progetti che porteremo all’interno del nuovo piano regolatore".

Maurizio Innocenti