
Anno 1979, stadio comunale di Firenze. Fuori dai tornelli una marea umana con pantaloni a campana indosso, occhiali tondi sul viso e sacchi a pelo al seguito aspetta di entrare nella storia della musica live in Italia anche se ancora non lo sa. Sul palco di lì a poco salirà la sacerdotessa del rock, l’allora 33enne Patti Smith: sarà il concerto (dopo la data di Bologna il giorno prima) che sancirà il ritorno del rock nel nostro Paese dopo anni di tensioni, live caratterizzati da vere e proprie guerriglie, contestazioni e disordini che costrinsero i grandi artisti a cancellare l’Italia dalla mappa dei propri tour. Nel bel mezzo di quel momento storico c’era anche lui, Silvano Martini, allora 23 anni, al suo primo servizio da addetto alla sicurezza di spettacolo, testimone prezioso che il regista Edoardo Zucchetti ha voluto ascoltare nella composizione del suo documentario dal titolo “Patti in Florence“ che racconta il rapporto speciale tra la rocker e la città. Inserito nella programmazione del Festival dei Popoli sarà ancora visibile (in anteprima per l’Italia) fino alle 20.30 di oggi in streaming (www.festivaldeipopoli.org; richiesta iscrizione a 9,90 euro). Per Martini, volto, sensibilità e ‘braccia’ del nostro Pistoia Blues dal 1985, l’incontro con Patti Smith nel 1979 fu in realtà il primo di una lunga serie.
"A Firenze l’ho incontrata anche nel 2015, al concerto alle Cascine. Il suo legame con questa città e con tutta la Toscana è stato ed è tuttora intenso – ricorda Silvano, vero e proprio pozzo di aneddoti dal gusto immortale –. L’ho accompagnata in tante altre date, a Arezzo a Pistoia, a La Spezia, a Prato e ho un bel ricordo che esalta tutta la sensibilità e l’umanità di un’artista fuori dal comune: al Pistoia Blues ci trovavamo nel backstage e c’era anche mia mamma. Patti si avvicinò e mi chiese chi fosse quella signora. Volle farsi una foto con lei. Quando venne a Prato e io di nuovo ero in servizio, le mostrai quella foto e le dissi che mia mamma era mancata. Lei disse che si ricordava di lei e si vedeva che non mentiva. Mi abbracciò, fu bello. Ancor più bello quando ad Arezzo ci ritrovammo e senza che potessi dirle niente lei mi avvicinò e mi confidò: ‘Adesso le nostre mamme si stanno abbracciando lassù’".
Da grande professionista e altrettanto grande appassionato di musica, per Silvano Martini quel concerto del 1979 fu un privilegio e un onore insieme: "Arrivò a Firenze che pensava di suonare in un locale, mai pensava che si sarebbe trovata di fronte a 80mila persone. Quel concerto fu qualcosa che non assomiglia in niente agli spettacoli di oggi: il pubblico era diverso, tutto era molto più morbido e naif in un certo senso, si guardavano i concerti seduti per terra. Un vero e proprio evento che avrebbe scritto la storia dei live in Italia".
linda meoni