LUCIA
Cronaca

Il ritorno dei villeggianti "Nonno ce l’ho fatta per te" Elena Guidi, un tuffo nella Storia

Ha fatto rinascere ancora una volta lo storico albergo di Sammommè che ha quasi cento anni . Fu fatto esplodere dai tedeschi in ritirata, ma nessuno della famiglia si è mai arreso....

Lucia

Agati

Si può dire che tutto è cominciato con le pagine di un libro ormai introvabile. Elena ne ha una copia con le pagine ingiallite, sfogliate infinite volte. Si intitola "Accenti, autonomi racconti di Giovani Sì", il progetto che, oltre dieci anni fa, fu della Regione Toscana per sostenere le imprese dei giovani, fra cui la sua. Con l’introduzione di un prezioso artista italiano, Niccolò Fabi, che scrisse anche di lei e si sedette a tavola a mangiare i ravioli nel suo albergo appena riaperto. Per Elena Guidi il suo arrivo improvviso durante "Accenti in tour" fu una sorpresa da togliere il fiato. Nevicava quel giorno a Sammommè. Un giorno indimenticabile. "Ognuno dei protagonisti ha lanciato il suo desiderio oltre l’ostacolo _ scrisse Fabi _ . Ognuno con il proprio senso di dignità, di fedeltà ai propri desideri, cercando una via verso la serenità che non passi unicamente per gli stereotipi della realizzazione professionale imposti dal mercato o dal riconoscimento sociale. Ognuno con la propria paura e quella domanda: “Chi me lo fa fare?” , con cui si impara a convivere, a cui non sempre c’è bisogno di dare una risposta sensata". Elena Guidi, nata a Pistoia il 5 gennaio del 1983, quella domanda ogni tanto se la fa e la risposta sensata non arriva. Ma la mattina, quando va a correre a Pian di Giuliano, la trova nel profumo che si sprigiona dal bosco e l’avvolge come un invisibile mantello di fragranze.

Lei ha sulle spalle una storia molto densa vero?

"Tutto comincia cento anni fa con il mio nonno, Luigi Guidi, che emigrò in Corsica per il carbone e poi intraprese il servizio, prima in Francia e poi in Inghilteterra, da un ammiraglio che gli fece delle buone referenze che gli consentirono poi di lavorare come maitre negli alberghi più lussuosi di Londra come Il Piccadilly e il Ritz. Si muoveva con sedici bauli al seguito. Conobbe Wiston Churchill e Anthony Eden".

Da Londra mantenne sempre i rapporti con la famiglia?

"Da Londra mandava qualche soldino alle sue cinque sorelle e alla mamma, Ester Cocchi Guidi. Il progetto dell’albergo è del 1927 e fu costruito mentre lui era a Londra in una porzione del paese dove c’era una bottega in disuso dal 1923. Lui fece costruire la parte più recente, mentre la casa antica era registrata nel catasto leopoldino".

Quando tornò nonno Luigi?

"Rientrò nel 1940 e restò. C’era la guerra e in Inghilterra non volevano più stranieri. Si sposò con la nonna Ausilia. Lui aveva 50 anni e lui 25. Ebbero tre figli, Attilio, che è morto, Lorena la mia mamma, e lo zio Roberto. Dalla nonna Ausilia ho ereditato la grande passione per la cucina. Mi ha insegnato tutto. Lui invece non l’ho conosciuto e mi è dispiaciuto tanto. Ma ho potuto riascoltare la sua voce in un audio in cui era stato intervistato da Enrico Simonetti e in cui racconta tutta la sua vita. L’audio mi è stato donato da Andrea Vannini e gli sono tanto grata. E’ stato possibile ascoltarlo il 4 settembre 2022, quando abbiamo festeggiato i 95 anni di attività dell’hotel e ne abbiamo raccontato tutta la storia. Un evento che ha avuto il riconoscimento del Comune di Pistoia, con una targa del sindaco".

L’albergo Guidi fu distrutto?

"Fu minato e fatto esplodere nel 1944. Il nonno era stato tanto in Inghilterra, e fu considerato una spia. I tedeschi erano in ritirata e distruggevano tutto. Qui doveva nascere la Linea Gotica, le tracce ci sono ancora".

Quando ha capito che diventare albergatrice e cuoca era la sua vocazione?

"Ho studiato al Pacini, indirizzo biologico, mi piaceva moltissimo. Poi ho cominciato l’università, biotecnologie, ma era la cucina la mia passione, accanto alla nonna e alla zia Stefania, che era la moglie di zio Roberto. Ho imparato presto a fare i ravioli da sola. Oggi la nostra forza è ancora la famiglia: mamma Lorena, lo zio Roberto, il babbo Curio e i miei fratelli Massimiliano e Alessandro, sui quali posso sempre contare. Ho un bambino Matteo, e un compagno, Christian, che lavora come corriere".

Qual è stato il momento più difficile?

"Ci sono stati diversi periodi molto difficili, in particolare dopo la crisi del 2008. Ora va molto meglio. I turisti ci sono. Prediligono il fine settimana lungo magari collegato agli eventi sportivi come la Pistoia Abetone. Corrono, ma poi vengono a riposarsi da noi. Ma stanno tornando anche i villeggianti: camminano e mangiano. Si riposano in questo meraviglioso paese, e la cosa essenziale è che cercano la tranquillità. Non sono più giovanissimi, sono esasperati e stanchi. Sto notando questo aspetto".

Cosa è importante per lei?

"Sono partita da sottozero, dieci anni fa, e mi sono spesso chiesta chi me l’ha fatto fare, ma ho deciso di portare avanti la tradizione familiare. Oggi ho bisogno che il cliente mi dica che qui ci sta bene, che mangia bene. La tavola è uno dei grandi piaceri della vita".

Ha un rimpianto?

"Mi è dispiaciuto tanto non aver potuto conoscere il nonno Luigi, che è morto due anni prima che io nascessi. Lui non sa che ce l’ho fatta. E glielo vorrei tanto dire".