PATRIZIO CECCARELLI
Cronaca

Il tricolore sulla toga. Sciopero dei magistrati: "Ridurre l’autonomia mina le garanzie"

I giudici e i pubblici ministeri della sezione dell’Anm hanno protestato contro la riforma del Governo che prevede la separazione delle carriere.

Un momento della protesta dei magistrati in piazza del Duomo (FotoCastellani)

Un momento della protesta dei magistrati in piazza del Duomo (FotoCastellani)

Sciopero e manifestazione dell’Associazione nazionale magistrati ieri mattina, anche a Pistoia, contro la riforma che prevede la separazione delle carriera tra giudici e pubblici ministeri. Davanti al palazzo del tribunale, in piazza del Duomo, giudici e pm con la coccarda tricolore appuntata sulla toga hanno incontrato cittadini e rappresentanti di associazioni e sindacati. Presenti anche magistrati in pensione e avvocati. La presidente della sottosezione di Pistoia dell’Anm, dottoressa Giulia Gargiulo, ha letto il comunicato dell’Associazione nazionale magistrati, che spiega i motivi dell’astensione e ribadisce che "l’indipendenza del sistema giudiziario è un principio essenziale dello Stato di diritto", ricordando anche che "il sistema giudiziario italiano è considerato nel contesto europeo un sistema che ha ancora forti garanzie, perché queste garanzie oggi riguardano giudici e pubblici ministeri, riguardano cioè la giurisdizione nel suo complesso e riguardano l’organo di autogoverno della magistratura".

"La riforma contro la quale scioperiamo – ha affermato Gargiulo a nome dell’Anm – incide sul sistema dei pesi e contrappesi delineato dalla nostra Carta costituzionale, che è il fondamento di una democrazia sana, perché garantisce che nessun potere si concentri in un’unica mano, evitando derive autoritarie, tutelando i diritti e le libertà individuali dei cittadini e prevenendo abusi di potere". Per l’Anm: "stravolgere l’attuale assetto costituzionale e l’equilibrio tra i poteri dello Stato, riducendo l’autonomia e l’indipendenza alla magistratura, più che elidere i privilegi di una casta, mina le garanzie dei cittadini". La riforma – hanno spiegato i magistrati – svuota e delegittima l’organo di autogoverno (Consiglio superiore della magistratura), chiamato proprio a garantire l’autonomia e l’indipendenza della magistratura. "Ai magistrati – osserva l’Anm – è impedito di scegliere i suoi rappresentanti, mentre al Parlamento viene lasciata la possibilità di scegliere i propri, così diminuendo di fatto la garanzia di indipendenza dal potere politico".

"La sottosezione dell’Associazione nazionale magistrati di Pistoia – riporta la nota dell’Anm locale – non può che esprimere un giudizio fortemente negativo su questa riforma, che non è una riforma della giustizia. È una riforma che disgrega la magistratura, pensata dal Costituente, dopo l’esperienza fascista, come unica, indipendente e autonoma, rendendo più fragile ciascuno di noi". "È stato detto che noi magistrati non abbiamo il diritto di parlare della riforma, di criticarla, di protestare contro di essa – ha detto ancora Giulia Gargiulo –, oggi siamo qui perché non solo è un nostro diritto come cittadini, ma soprattutto perché come magistrati abbiamo il dovere di partecipare al dibattito pubblico a difesa della Costituzione e dei diritti dei cittadini".

L’adesione allo sciopero, nel distretto giudiziario toscano, è stata di circa il 70% e anche il dato di Pistoia è in linea con quello regionale. "Ci sono attività indifferibili e urgenti – ha concluso –, per questo molti di noi hanno sospeso le udienze per la manifestazione per poi tornare a lavorare. È possibile che in futuro verranno organizzate altre iniziative, soprattutto di incontro con la cittadinanza per spiegare concretamente e nella modalità più semplice possibile, quali sono le ragioni della riforma, qual è lo stato giuridico in Italia adesso e come potrebbe diventare".

Patrizio Ceccarelli