Il vivaismo pistoiese guarda al futuro, nel segno dell’innovazione. E così, entro due anni, sarà realtà la nascita del laboratorio dedicato all’analisi dei fitofarmaci, dopo la creazione dell’apposita società Pistoia Fitolab: è questa la novità principale che è emersa dall’assemblea dell’Associazione Vivaisti Italiani. L’annuncio è stato fatto dal presidente dell’Avi, Alessandro Michelucci, che ha posto l’accento su una sfida che il comparto tutto vuole vincere, con l’obiettivo di dare un segnale forte al mercato internazionale nel segno della massima attenzione ai prodotti che si utilizzano nei vivai. E dunque alla qualità del prodotto finale, all’interno di un percorso che vedrà coinvolti anche Agricoltori Italiani Toscana Centro, Coldiretti Pistoia e Confagricoltura Pistoia, oltre ovviamente al Distretto di cui Avi è il soggetto referente. "Il laboratorio sorgerà nell’area di Gea (ente strumentale della Fondazione Caript, ndr) – illustra Michelucci – sarà un fiore all’occhiello e saremo i primi in Europa ad autogestirci sul fronte dei fitofarmaci. È un percorso richiesto dal mercato per essere competitivi con la concorrenza, con la massima tracciabilità di ogni prodotto".
Nell’occasione, poi, si è potuto fare anche un breve bilancio sul 2024 del vivaismo pistoiese. "Abbiamo tenuto botta – prosegue – con una flessione intorno all’8% che rientra nella normalità: c’è da rimboccarsi le maniche e soprattutto sperare che le turbolenze internazionali finiscano quanto prima". Grande l’attenzione sul tema del verde urbano e sui modi per garantire piante di qualità per delle città più sane ed eco-sostenibili, come sottolineato negli interventi del presidente del Distretto Vivaistico Francesco Ferrini e della progettista, agronoma e paesaggista di fama internazionale Laura Gatti. "Il verde urbano va inteso non solo come ornamentale, ma come un arricchimento per la comunità in tema di benefici ambientali e psicologici – spiega Gatti, che ha fornito un importante contributo anche per la realizzazione del ’Bosco Verticale’ di Milano –. Per questo, il lavoro coi vivaisti è importante perché c’è da programmare per tempo quella che è la produzione, dovendo poi andare a convincere una clientela solitamente riottosa e con pochi soldi a disposizione".
Infine, il tema della sostenibilità. E dei relativi fondi da intercettare. Come? Partecipando al bando distrettuale "Vivaismo nel futuro sostenibile" con 25 milioni di euro a disposizione, di cui cinque dedicati solo alla ricerca: "Non solo – conclude il presidente di Avi –: stiamo anche lavorando con la Regione per favorire l’accesso ai finanziamenti per le aziende di medie e piccole dimensioni che non hanno potuto aderire ai bandi di filiera e distretto".
Alessandro Benigni