REDAZIONE PISTOIA

’Immaginati avvocato’, il dibattito. Giovani, giustizia e rieducazione . L’alternativa alla pena detentiva

Ieri al liceo Amedeo Savoia di Pistoia gli studenti hanno incontrato alcuni professionisti del settore "Abbiamo riflettuto anche sulla possibilità che ogni uomo ha di riscattarsi anche dai propri errori" .

’Immaginati avvocato’, il dibattito. Giovani, giustizia e rieducazione . L’alternativa alla pena detentiva

Ieri al liceo Amedeo Savoia di Pistoia gli studenti hanno incontrato alcuni professionisti

PISTOIA

"Nel diritto penale noi abbiamo un ventaglio troppo ampio di comportamenti che vengono sanzionati con la pena detentiva, quindi con la carcerazione, e probabilmente dovremo tornare a concepire modi di ricostruzione del tessuto sociale e di ricomposizione del conflitto sociale diversi dalla pena, altrimenti finiremo per avere una popolazione infinita sottoposta a misure penali e già in Italia abbiamo 200mila in carcere".

Lo ha detto il professor Emilio Santoro, docente di filosofia del diritto all’università di Firenze, partecipando ieri all’incontro che si è svolto al liceo scientifico Amedeo di Savoia di Pistoia, promosso dall’Ordine degli avvocati, nell’ambito della settima edizione di "Immaginati avvocato – Quale pena per quale giustizia", a cui hanno preso parte studenti di varie scuole superiori della nostra provincia. "Una giornata bellissima – ha sottolineato Cecilia Turco, presidente dell’Ordine degli avvocati di Pistoia –, perché l’incontro con i giovani lascia sempre entusiasmo, passione e soprattutto l’idea di un futuro. I ragazzi hanno dimostrato di avere idee, di riflettere e di essere pronti al dialogo e all’accoglienza. Gli interventi sono stati importanti e hanno riguardato iniziative concrete, dando conto di una grande vivacità e di riflessioni serie, come la possibilità di ogni uomo di riscattarsi anche dai propri errori". Presenti all’incontro anche i rappresentati della polisportiva "Pallalpiede", la squadra di calcio composta da detenuti della casa di reclusione "Due Palazzi" di Padova.

"Lo sport in carcere – ha spiegato il professor Paolo Mario Riva, presidente della polisportiva – è una attività fondamentale, perché insegna a seguire quelle regole che molto spesso, nella vita dei nostri giocatori, non sono state seguite ed è il motivo per cui si trovano in carcere. Le finalità sono molteplici e tra queste lo stare insieme, ma anche l’accettare la diversità, perché il nostro è un carcere multietnico dove spesso le diverse etnie sono in contrasto tra di loro".

All’incontro ha partecipato anche il regista e scrittore Davide Ferrario, autore del film "Tutta colpa di Giuda", uscito nel 2009 e girato nel carcere delle Vallette di Torino. "Una commedia – ha spiegato Ferrario -, che però dà un’immagine del carcere che non è la solita che si vede al cinema". All’iniziativa di ieri si è arrivati dopo un lungo lavoro preparatorio che nelle scorse settimane ha coinvolto circa 500 studenti della provincia di Pistoia. "Quest’anno la nostra iniziativa – ha ricordato l’avvocato Marco Bechini – si è svolta con particolare attenzione agli studenti: per la prima volta siamo andati nelle classi a parlare di cosa fa in concreto l’avvocato". "In particolare abbiamo affrontato – ha aggiunto l’avvocato Jozefina Bejuci – la prospettiva della rieducazione e della pena nelle carceri italiane".

Patrizio Ceccarelli