REDAZIONE PISTOIA

Immagini porno da un’adolescente. Condannato a sei anni di carcere

La ragazza fu adescata su Tik tok da un falso personal trainer che si offrì di risolvere i suoi problemi di peso

La mamma era lì, è sempre stata lì, in aula, e ha pianto tanto. Le lacrime sono rotolate copiose dai suoi occhi chiari. Lacrime di liberazione, di sollievo, lacrime per qualcosa che ha sentito, finalmente, profondamente giusto e lungamente atteso, dopo tre anni di sofferenze. L’uomo che aveva adescato la sua figlia di quattordici anni sul web, captandone la fiducia attraverso tik tok, e trascinandola nella spirale dei contenuti pornografici, è stato condannato a sei anni di carcere e a 24mila euro di multa. La pubblica accusa ne aveva chiesti quattro, ma la sentenza pronunciata nella tarda mattinata di ieri dai giudici del collegio presieduto da Alessandro Buzzegoli (a latere Paolo Fontana e Alessandro Azzaroli), è andata oltre le richieste del pubblico ministero Luigi Boccia. L’uomo, 36 anni, originario di Napoli, è stato condannato per pornografia minorile ai sensi dell’articolo 600 ter II comma del Codice Penale: avrebbe indotto la giovane a inviargli, sul telefono cellulare, immagini con contenuto pornografico. Oltre le pene accessorie, tra le quali l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, i giudici di primo grado lo hanno condannato anche a un risarcimento di diecimila euro e al pagamento delle spese legali. La mamma della giovane si era costituita parte civile, assistita dall’avvocato Claudia Pigoni del foro di Pistoia. Era stata a lei ad accorgersi che la figlia era stata adescata controllando il suo telefono cellulare dove aveva visto una chat dal contenuto inequivocabile. Aveva subito presentato la denuncia alla Polizia Postale. Era il dicembre del 2020 e le indagini erano partite immediatamente, fino a risalire all’uomo che aveva adescato la giovane, che aveva problemi di sovrappeso, spacciandosi come un personal trainer prodigo di consigli per farla dimagrire. Ma di lì a poco (siamo nel luglio del 2020), i “consigli“ erano subordinati a fotografie e video che il “personal trainer“ chiedeva all’adolescente salvo revocarle il suo aiuto per dimagrire.

"Ho cresciuto due figlie da sola e non sono mai stata una mamma colonnello – ci ha detto ieri la madre dell’adolescente dopo la lettura della sentenza, avvenuta a porte chiuse –, perchè ho sempre pensato che i figli devono anche poter sbagliare, le ho lasciate fare, ma le ho anche sempre controllate e non posso dire che è stata mia figlia a sbagliare in questa vicenda. Lei era soltanto un’adolescente disperata con disturbi alimentari e si era affidata a questa persona. I suoi problemi tuttora non sono risolti, ed è seguita dagli specialisti. Mi sono sentita male per alcuni commenti a margine degli articoli che sono stati pubblicati on line. Mi sono sentita sotto accusa e non ho risposto per proteggere lei. Non c’è giustificazione a questi comportamenti e vorrei che le persone capissero che basta un commento da niente per ferire questi ragazzi, che non sono colpevoli, così come non lo sono le donne che subiscono ogni tipo di violenza. Bisogna stare attenti a quello che si dice. E poi bisogna smettere di avere paura, ne aveva anche lei poi sono riuscita a farle capire che denunciare era la cosa giusta da fare. Ringrazio l’avvocato Pigoni per tutto quello che ha fatto per me".

"Siamo soddisfatti – ci ha detto ieri l’avvocato Claudia Pigoni fiori dall’aula – perchè il reato era grave e il fatto molto doloroso per la ragazza che ha comunque affrontato il processo e ha testimoniato in aula con coraggio e determinazione. Una vicenda che ha comunque esiti a lungo termine per la giovane e per la mamma, il cui pensiero è costantemente concentrato sul telefono delle sue figlie. Perchè le insidie sono sempre in agguato".

l.a.