Sono numeri tutt’altro che positivi quelli che emergono dal consueto report pubblicato dalla Camera di Commercio di Pistoia-Prato sulle imprese attive fra le due province alla fine del primo semestre di quest’anno che fanno parte dell’ente camerale accorpato. Il confronto, ovviamente, è con lo stesso periodo del 2022 e per Pistoia il segno è negativo: la contrazione di imprese attive è del -1,3% che mette la nostra provincia di poco sopra la media nazionale (-1,1%) e di poco sotto il dato regionale (-1,5%). Un’analisi ancora più severa se si pensa che nella stessa Prato siamo sostanzialmente di fronte ad una vera e propria stagnazione ma dal segno positivo (+0,2%) continuando a sfruttare ancora l’onda lunga post-pandemica che da queste parti, invece, sembra essersi già fermata del tutto.
In controtendenza, però, c’è il versante del confronto fra aperture e chiusure delle imprese: il saldo tra le iscrizioni e le cessazioni registrate nel secondo trimestre 2023 è infatti positivo in entrambe le province con Pistoia che si attesta ad 81 attività in più (Prato arriva a +97). Fra queste, ovviamente, ci sarà poi da capire cammin facendo quelle che sono davvero realtà solide oppure se si tratterà solo di avventurieri. "Nonostante la contrazione del numero delle imprese attive, soprattutto nel territorio di Pistoia, è da sottolineare il dinamismo che si riscontra nei flussi di iscrizioni – il commento di Dalila Mazzi, presidente della Camera di Commercio di Pistoia-Prato – Questi dati dimostrano come, nonostante le sfide che le imprese stanno affrontando, il tessuto imprenditoriale del nostro territorio rimanga vitale. Nei prossimi mesi ci aspettiamo che questi risultati positivi nei flussi di iscrizione si riflettano anche nell’andamento delle imprese attive".
Un segnale preoccupante era già emerso da una precedente elaborazione fatta da Ance Toscana Nord, in merito al settore dell’edilizia e delle costruzioni: lontani sembrano essere già i tempi della forte crescita dovuta all’apertura dei vari "bonus" post-Covid19, visto che nei primi sei mesi del 2023 c’è stato solo un +0,2% che potrebbe portare anche ad avere un valore negativo per quel che concerne il terzo trimestre. Complessivamente, sono 27.067 le imprese attive presenti a fine giugno: fra queste, resta stabile il settore dei servizi (7.352 in attività, +0,5% rispetto a giugno 2022) con una crescita costante di quelli che vengono rivolti alla persona (+1,2%) ma frenano quelli alle imprese (+0,3%). Un dato ugualmente preoccupante è quello del comparto manifatturiero (-4,0%) e dell’agricoltura (-1,7%), con quest’ultimo in particolar modo che fa fronte ad un rallentamento rispetto ai numeri da record fatti registrare soprattutto nel 2021. In diminuzione anche il commercio sia per gli esercizi al dettaglio (-2,1%) che, storicamente oramai, risentono della grande distribuzione e delle vendite online ma anche per quelli all’ingrosso che subiscono un calo persino maggiore (-2,5%).
E numeri alla mano, se c’è da sperare nel terziario e nel turismo bisogna attendere momenti migliori: fra alloggi e ristorazione si assiste ad un calo repentino del 3% rispetto alla precedente rilevazione con una decrescita che riguarda sia le strutture ricettive attive (-2,4%) che le imprese ristorative (-3,3%). I turisti aumentano ma diminuisce la platea di coloro che dovranno soddisfare le loro esigenze. L’ultimo dato particolarmente curioso, soprattutto perché faceva registrare un segno positivo da parecchi trimestri, è quello sullo sviluppo delle società di capitale che ha, invece, segnato il passo (-2,2%) aggiungendosi alla contrazione delle altre forme giuridiche.
Saverio Melegari