Aliquote Imu quasi al massimo previsto dalla legge. È quanto stato stabilito a Monsummano durante i lavori dell’ultima seduta del consiglio comunale. Una decisione dell’amministrazione De Caro questa, che ha visto il mancato consenso da parte della minoranza in sala. Secondo quanto emerso, per il 2025 per l’abitazione principale di categoria catastale A 1, 8 e 9 e relative pertinenze l’aliquota è fissata allo 0,6 per cento, per i fabbricati rurali a uso strumentale inclusa la categoria D 10 allo 0,1 per cento e all’1,06 i fabbricati del gruppo catastale D esclusi i D10. Allo 0,96 per cento è stata fissata l’aliquota per i terreni agricoli e all’1,01 per cento le aree fabbricabili. Altri fabbricati diversi dall’abitazione principale e dai fabbricati appartenenti al gruppo catastale D avranno un’aliquota dell’1,06 per cento e gli altri come abitazione in affitto o comodato se di tipo A2 abitazioni di tipo civile, A3 di tipo economico, A4 popolare, A5 ultrapopolare, A6 rurale. Per gli immobili di categoria C1 come negozi e botteghe invece l’aliquota è stata fissata allo 0,96 per cento. In questo quadro si solleva il diniego dei consiglieri d’opposizione Paolo Venturini e Luisa Bini che in una nota esprimono il proprio dissenso "per l’aumento dell’imposizione tributaria a partire dal 2025 a carico dei cittadini monsummanesi. Prima – scrivono – l’istituzione della tassa sui passi carrabili già dall’anno corrente, poi gli incrementi delle aliquote Imu per gli immobili di categoria catastale D, comprendente anche le attività industriali e commerciali, per la categoria C3, riguardante i laboratori artigianali, e per ultimo anche per gli immobili concessi in comodato ai parenti entro il primo grado. Forse una più oculata gestione delle spese correnti può aiutare ad evitare gli aumenti impositivi ai cittadini. Ci auspichiamo che per il futuro non ci siano ulteriori aggravi". Secondo il calcolo dei due consiglieri infatti "rispetto all’anno 2024, nel 2025 si rileva un aumento dell’aliquota Imu dal 10,1 al 10,6 per mille per alcune classi della categoria catastale D, comprendenti le attività industriali e commerciali. Anche per i locali e laboratori utilizzati per attività artigianali, come meccanici, carrozzieri, fabbri, falegnami e simili, l’aliquota aumenta dal 9,6 al 10,6 per mille. Per le abitazioni concesse in locazione o comodato ai parenti entro il primo grado l’aliquota aumenta dal 6,9 al 9,1 per mille".
Arianna Fisicaro