DANIELA GORI
Cronaca

In fila in San Pietro: "Ho pianto davanti alle sue scarpe nere" . L’emozione infinita

Valentina Brachi è storica della chiesa e insegnante di religione. Il racconto del suo viaggio a Roma dopo la morte di papa Francesco. "La macchina organizzativa è stata perfetta. Mi hanno colpito le mani" .

Valentina Brachi è storica della chiesa e insegnante di religione. Il racconto del suo viaggio a Roma dopo la morte di papa Francesco. "La macchina organizzativa è stata perfetta. Mi hanno colpito le mani" .

Valentina Brachi è storica della chiesa e insegnante di religione. Il racconto del suo viaggio a Roma dopo la morte di papa Francesco. "La macchina organizzativa è stata perfetta. Mi hanno colpito le mani" .

Appena saputa la notizia della morte del Pontefice ha deciso di partire per andare a Roma e portare l’ultimo saluto al Papa che aveva incontrato in più di un’occasione in Vaticano. Valentina Brachi, storica della chiesa e giovane insegnante di religione a Montemurlo per la diocesi di Pistoia, città a cui è particolarmente legata, era stata al cospetto di Papa Francesco varie volte, tra cui nel 2019 con il marito Lorenzo all’udienza per gli sposi novelli, arrivando anche a scambiare alcune battute scherzose con il Santo Padre. Partita dunque per Roma giovedì 24 aprile scorso, è andata subito in San Pietro e ha avuto la possibilità di rendere omaggio al feretro dopo soli quarantacinque minuti in coda.

"La macchina organizzativa è stata perfetta, la compostezza della moltitudine di persone ha permesso alla fila di scorrere abbastanza velocemente anche se so che nei giorni successivi l’attesa per arrivare all’interno della basilica è stata molto più lunga – racconta Valentina – una volta dentro, al cospetto della salma del Pontefice, l’emozione è stata fortissima. Come tutti i presenti non sono riuscita a trattenere le lacrime non appena sono arrivata davanti al feretro, dove ho avuto anche il tempo di raccogliermi in preghiera per un attimo. Anche i collaboratori del Papa, che erano lì intorno, avevano gli occhi gonfi di pianto.

"Due sono le cose – ricorda Valentina per noi con commozione profonda – che mi hanno particolarmente intenerita: vedere le sue mani, che avevano stretto tante altre mani trasmettendo tutta la sua vitalità e adesso invece esanimi, e le sue scarpe nere, consumate, che dimostravano la sua vita trascorsa nella semplicità e nell’umiltà".

L’impressione che ha avuto Valentina Brachi nello stare in mezzo alla folla è stata di una grande compostezza, un silenzio impressionante nella condivisione del dolore per la morte del di papa Francesco.

"Un popolo in cammino: tanti giovani, anche tante famiglie con i bambini, in un clima quasi surreale, tutto il suo popolo in cammino per ringraziarlo. Si avvertiva quel senso di appartenza che proprio Papa Francesco aveva auspicato nella Chiesa". Anche varcare la Porta Santa per la giovane credente, che si è trattenuta due giorni per praticare il Giubileo visitando le altre basiliche, è stato emozionante: "Ho toccato la Porta Santa – racconta Valentina – e ho pensato al momento storico che stiamo vivendo. Papa Francesco l’ha aperta, un altro Pontefice la chiuderà". Impossibile poi per l’insegnante non fare un confronto con le esequie a cui aveva partecipato degli altri due Papi, Wojtyla e Ratzinger: "Ricordo che per Papa Giovanni Paolo II c’era una folla immensa, ma molto meno composta e più rumorosa, al funerale di Benedetto XVI invece emergeva la tristezza per la morte di un Papa che nel solco della tradizione è stato una guida per i fedeli".

Daniela Gori