GIACOMO BINI
Cronaca

In piazza con le mogli e i bambini. Lavoratori senza stipendio da mesi

Gli operai della Iron&Logistic hanno presidiato la sede della Regione, in piazza del Duomo, a Firenze. Il Sudd-Cobas: "Abbiamo ottenuto di essere ascoltati dall’Unità di crisi, ma torneremo qui il 6 marzo".

Un momento del presidio di ieri pomeriggio, i lavoratori sono da mesi senza stipendio, senza ammortizzatori e senza sussidi Giuseppe Cabras/New Press Photo)

Un momento del presidio di ieri pomeriggio, i lavoratori sono da mesi senza stipendio, senza ammortizzatori e senza sussidi Giuseppe Cabras/New Press Photo)

Ieri pomeriggio i lavoratori della Iron & Logistics di Montale hanno messo in atto un presidio davanti alla sede della Regione Toscana, in piazza del Duomo, a Firenze, per richiamare l’attenzione delle istituzioni sulla situazione dei lavoratori dell’azienda montalese che da mesi sono senza stipendio, senza ammortizzatori sociali o altre forme di sussidio. Il presidio è stato deciso dopo che il Tribunale ha rinviato a data da destinarsi l’udienza che avrebbe dovuto decidere sul fallimento dell’azienda e che avrebbe potuto in qualche modo sbloccare una situazione di cui, da mesi, non si vede una via di uscita.

Nello scorso ottobre i lavoratori hanno fatto un lungo presidio davanti alla sede dell’azienda, in via Alfieri, a Montale, per impedire che fosse smantellato del tutto lo stabilimento e fossero portati via i macchinari come era già accaduto quando l’azienda aveva sede a Prato. Durante il presidio il tribunale ha disposto il pignoramento dei macchinari e da quel momento tutto quello che si trova nello stabilimento è inamovibile. La ditta ha un debito ingente nei riguardi dei lavoratori, pari a circa 600mila euro: derivano da risarcimenti dovuti in seguito a sentenze del tribunale del lavoro su licenziamenti illegittimi e da assegni familiari non pagati. Con il fallimento e l’affidamento dell’azienda a un esecutore designato dal tribunale, i lavoratori potrebbero sperare in una ripresa dell’attività e quindi in un recupero dei loro crediti.

Attualmente sono ancora sotto contratto, ma non ci sono ammortizzatori sociali e non è stata attivata nessuna procedura di esubero. Tutto è congelato, i lavoratori sono disponibili a riprendere l’attività, ma la produzione è ferma e il proprietario non si fa vedere da molto tempo. I lavoratori non hanno né stipendio né busta paga, tutto è bloccato, ma loro devono vivere, pagare l’affitto e le bollette, sostenere i mutui, pagare la mensa scolastica ai figli. In questa situazione, non avendo le buste paga, hanno anche grosse difficoltà nella procedura di rinnovo del permesso di soggiorno e alcuni di loro si vedono interrotte anche le pratiche per i ricongiungimenti familiari.

Per questo al presidio non hanno partecipato solo i lavoratori, ma anche le loro famiglie, bambini compresi. In tutto una cinquantina di persone hanno gridato la rivendicazione dei loro diritti chiedendo alle istituzioni, a partire dalla Regione, di intervenire. Il sindacato che segue fin dall’inizio questa vertenza è il Sudd-Cobas che ha portato alla luce lo sfruttamento a cui questi lavoratori erano sottoposti e li ha accompagnati nelle loro rivendicazioni.

"Abbiamo ottenuto dalla Regione di essere ascoltati dall’Unità di Crisi – dice la sindacalista del Sudd-Cobas Francesca Ciuffi – la riunione è prevista per il 6 di marzo in modalità on line, ma noi torneremo qui, davanti alla sede della Regione e il collegamento on line lo faremo da qui. E’ chiaro che c’è una responsabilità dell’azienda e del titolare – aggiunge Ciuffi –, ma le istituzioni non possono ignorare la condizione di questi lavoratori e delle loro famiglie". Il presidio ha permesso intanto ai lavoratori di far sentire la loro voce.

Giacomo Bini