REDAZIONE PISTOIA

Inceneritore al bivio. Posti di lavoro a rischio. Se l’impianto chiude trenta licenziamenti

Il centrosinistra chiede la proroga. Il Cis il 5 marzo ha scritto al Comune. Non potrà sostenere i costi di una bonifica: almeno cinque milioni. E non potrà ricollocare gli attuali dipendenti di via Tobagi.

Il gruppo consiliare di centrosinistra propone il prolungamento dell’attività dell’inceneritore in una mozione che sarà presentata e discussa nella riunione dell’assemblea municipale del 19 marzo. Il gruppo di centrosinistra sposa la proposta di proroga che è stata avanzata il 10 febbraio scorso dai sindaci di Montale e di Quarrata. La mozione del centrosinistra, firmata dalla capogruppo Agnese Pippolini, impegna il sindaco a richiedere nella prossima assemblea dei soci del Cis spa un prolungamento dell’attività dell’impianto, la riapertura della manifestazione di interesse per accogliere ulteriori proposte e un percorso di ascolto, partecipazione e condivisione con la cittadinanza in accordo con gli altri soci. L’assemblea dei soci del Cis, composta dai tre sindaci della Piana, si terrà il giorno 20, cioè quello successivo al consiglio comunale. La mozione del centrosinistra, intitolata "Linea di indirizzo per la gestione dell’impianto di termovalorizzazione di via Tobagi" afferma che il "prolungamento dell’attività" dell’impianto dev’essere "funzionale al raggiungimento di determinate finalità elencate nella premessa" vale a dire la salvaguardia dei 30 posti di lavoro esistenti e la possibilità di "garantire ulteriori risorse utili a definire il destino dell’impianto e a rendere sostenibili eventuali costi di bonifica, consentendo così nei tempi sia la riapertura della manifestazione di interesse per accogliere ulteriori proposte sia l’attivazione di un percorso con la cittadinanza di ascolto, partecipazione e condivisione". La mozione fa presente che il 5 marzo 2024 è giunta al Comune una nota di Cis spa in cui "si evidenziano, oltre agli interventi ordinari e straordinari necessari per la prosecuzione dell’attività dell’impianto, anche le criticità conseguenti a un’eventuale chiusura al 30 giugno 2024". Le criticità indicate dal Cis riguardano sia il lato economico che quello occupazionale. Dal punto di vista economico "le spese di smantellamento dell’impianto sono di circa due milioni di euro e gli eventuali costi di bonifica dell’area sono valutati invece prudenzialmente in cinque milioni, ma sono definiti dal Cis difficilmente stimabili". I soldi per lo smantellamento sono già stati accantonati in bilancio dal Cis, ma non quelli per l’eventuale bonifica. Dal punto di vista occupazionale la nota del Cis, come riferita dalla mozione del centrosinistra, rileva che "in caso di chiusura dell’impianto il 30 giugno non sarebbe possibile ricollocare i 30 dipendenti attualmente impiegati, per i quali quali quindi la società dovrebbe ricorrere unicamente al licenziamento". A proposito dei posti di lavoro la mozione cita anche il comunicato dei sindacati Fp Cgil, Fit Cisl e Uil Trasporti che si sono dichiarati contrari alla chiusura dell’impianto chiedendo la salvaguardia dei posti di lavoro e si dicono favorevoli alla proposta di proroga fatta al tavolo sindacale "per ammodernare l’impianto e definire nuovi progetti che salvaguardino l’occupazione". La mozione ricorda che le tre proposte emerse nella manifestazione di interesse, tutte di termovalorizzazione, "non sono realizzabili in tempi brevi" e afferma che "qualsiasi decisione definitiva sull’impianto debba passare comunque da una consultazione dei cittadini dei territori interessati, in primis quindi i cittadini di Montale".

Giacomo Bini