
Un carabiniere di fronte al Comune di Agliana (Acerboni / FotoCastellani)
Agliana (Pistoia), 10 novembre 2021 - «Mi garbava mandarla via scalza". Dopo mesi di vessazioni di ogni tipo, ingiurie e veri e propri ricatti, una delle due vigilesse perseguitate riesce ad ottenere il trasferimento in altra sede. Ma la volontà di persecuzione della comandante della polizia municipale di Agliana, Lara Turelli, da ieri agli arresti domiciliari insieme all’agente Claudia Vilucchi, non si ferma. E allora è lei a ritardare la firma del nulla osta per il trasferimento dell’agente e adoperarsi perché la sottoposta arrivi nel nuovo ufficio privata della divisa e degli anfibi, come commenta nell’intercettazione.
E ancora dice: "L’abiamo mandata via". Siamo a gennaio di questo anno. Sono passati mesi durissimi, in cui l’agente ha sopportato di tutto: ingiurie pronunciate ad alta voce nei corridoi degli uffici, spostamenti di turno all’ultimo istante e persino l’impossibilità di ottenere un permesso per una visita medica, come lei stessa rivela.
Poi c’è l’episodio del furto delle chiavi dell’auto dall’armadietto del comando. E’ la goccia che fa trabboccare il vaso: la vigilessa denuncia tutto ai carabinieri di Quarrata e parte l’indagine, esattamente un anno fa.
L’agente denuncia offese continue, pronunciate alla presenza dei colleghi: "devi andare a sculettare da un’altra parte", e poi "non sai lavorare", "devi rigare dritto". Poi ci sono le conversazioni con assessori, ai quali la comandante riferendosi alla vigilessa dichiara che lei è una di quelle "che va con cani e porci".
Oltre agli attacchi diretti, ci sono i messaggi di posta elettronica e su whatsapp: i pretesti per i richiami sono futili, dalla mancata igienizzazione dell’auto di servizio, all’impiego di guanti blu anziché neri, o l’aver lasciato l’auto in riserva. Infine, ci sono gli esposti anonimi in Procura, nei quali la stessa vigilessa viene accusata di essere lei responsabile di atteggiamenti scorretti nei confronti della comandante, di averla diffamata e offesa.
Tra gli obiettivi degli esposti anonimi in Procura anche una dipendente del Comune, accusata dall’agente Vilucchi, di non aver denunciato una delle condotte ritenute da sanzionare della vigilessa, come quella di aver usato il computer di servizio per interessi personali, un comportamento mai provato.
Ma l’agente non è l’unico obiettivo della guerra concordata e portata avanti quotidianamente dal sodalizio che si sarebbe formato tra la comandante Turelli e la vigilessa Vilucchi. Ci sarebbe anche un ispettore tra i loro bersagli favoriti. A cui non sarebbero state risparmiate offese e vendette. Come quella di mandarla a svolgere un servizio ordinario, evidentemente non commisurato al suo grado, come il turno di guardia presso l’accesso al Luna Park. E’ la comandante a commentare con ironia il fatto: "Alla transenna del Luna Park – dice la comandante Turelli – ci vuole l’esperienza dell’ispettore".