
Un'infermiera in ospedale (foto di repertorio)
Pistoia, 11 aprile 2025 – Avrebbe timbrato il cartellino di lavoro, mentre con la sua auto privata si sarebbe allontanata dalla sede di servizio. Per questo, un’infermiera coordinatrice di Pistoia è stata sospesa dal proprio impiego per sei mesi. Il caso riguarda una dipendente dell’Asl che per anni ha svolto un ruolo dirigenziale, persona stimata e apprezzata da tanti che con lei hanno lavorato. Alla infermiera sarebbe stata contestata una falsa attestazione della presenza nella sede di lavoro che, stando alla normativa (articolo 55 quinques comma 1 del Decreto legislativo 165 del 2001), prevede la possibilità di sospensione cautelare senza stipendio del dipendente. L’indagine è stata avviata un anno fa, svolta dai carabinieri del Nas di Firenze e diretta dal sostituto Procuratore Claudio Curreli, a seguito di una segnalazione dell’Ordine delle professioni infermieristiche a cui la donna è iscritta.
Gli accertamenti sono durati tredici mesi e si sono avvalsi anche di registrazioni. I carabinieri hanno installato sull’auto privata della dirigente un dispositivo Gps, per tracciarne gli spostamenti quotidiani. Movimenti che l’avrebbero portata ad allontanarsi dalla sede fisica del luogo di lavoro per alcune ore nell’arco dei mesi che sono stati oggetto dell’indagine. Nel complesso, però, si tratterebbe di poche ore di assenza, che configurerebbero un ammanco complessivo (contestato alla dipendente) di circa 1.600 euro. Al termine dell’indagine, il giudice per le indagini preliminari Patrizia Martucci ha disposto una misura interdittiva cautelare della durata di sei mesi.
Una contestazione, quella fatta alla professionista, sulla quale gli avvocati difensori della infermiera hanno lavorato molto, per analizzare la sequenza dei fatti e dei movimenti della dipendente. Sebbene la sede di lavoro fosse quella della centrale 118 di Pistoia, tuttavia gli impegni lavorativi della dirigente, proprio in virtù del suo ruolo e degli incarichi che la vedevano protagonista, l’avrebbero portata facilmente a doversi spostare in varie sedi, come ospedali ma anche sedi istituzionali dove presenziare a riunioni e progetti di varia natura.
Dunque, quegli allontanamenti fatti utilizzando la propria auto, potrebbero anche essere giustificati dalle stesse necessità e incombenze lavorative legate al particolare ruolo ricoperto.
Nei prossimi giorni, dunque, potrebbero esserci novità riguardo alle richieste dei legali, che concentreranno la loro difesa nella ricostruzione puntuale degli impegni lavorativi fuori sede che la professionista avrebbe assolto con una certa frequenza, senza per questo essere tenuta a timbrare un cartellino di uscita.