PATRIZIO CECCARELLI
Cronaca

"Infortuni in calo, non è vero. Sono scese le ore lavorate"

Nel 2024 ne sono stati registrati 2.609 (-2,17%), ma è esplosa la cassa integrazione"

Daniele Gioffredi

Daniele Gioffredi

PISTOIALa festa dei lavoratori a livello provinciale sarà anche l’occasione per riflettere sulla qualità del lavoro e sul numero di infortuni registrati, perché i territori, da questo punto di vista non sono tutti uguali. E le statistiche, come ci insegna Trilussa, vanno interpretate anche al di là del puro e semplice dato matematico. I dati pistoiesi relativi agli infortuni sul lavoro – spiegano i sindacati – sono in linea con quelli nazionali, che evidenziano una riduzione, sebbene di lieve entità. Nel 2023 a Pistoia sono stati denunciati 2.667 infortuni, mentre nel 2024 quelli registrati sono stati 2.609 (-2,17%). Sono invece aumentate le malattie professionali: 350 quelle riconosciute nel 2023, mentre nel 2024 sono state 371 (+6%).

"Il dato statistico degli infortuni – evidenzia Gioffredi – è giusto dal punto di vista numerico, ma non lo è dal punto di vista realistico, perché va raffrontato in base a cosa è successo nella nostra provincia nel 2024. L’anno passato, infatti, abbiamo assistito ad una esplosione della cassa integrazione, che è aumentata del 35%, contro un dato nazionale che è del 20%. Siamo arrivati a un milione e 700mila ore, solo per quanto riguarda l’industria, a cui vanno aggiunti gli altri settori, come i servizi e il terziario. Quindi si è lavorato meno, sono aumentati i part-time volontari, sono aumentati i contratti atipici, soprattutto quelli a termine, anche per brevi periodi. È evidente dunque che la minima riduzione del 2% degli infortuni e un dato di fatto falsato, a fronte di un’ampia riduzione delle ore lavorate".

E sulla qualità del lavoro, "il tema vero – prosegue Gioffredi – è che c’è una precarietà diffusa, perché a Pistoia solo un’assunzione e mezzo su 10 è a tempo indeterminato, abbiamo la disoccupazione più alta della Toscana (6,5%), quella femminile è addirittura al 10%, e tanti infortuni in itinere sono a appannaggio di donne che fanno tanti piccoli lavori, tanti piccoli part-time, per i quali si devono spostare velocemente da una parte all’altra e capita, purtroppo, anche di morire mentre sono in viaggio tra un lavoro e l’altro, proprio a causa di questo sfruttamento economico".

Patrizio Ceccarelli