
"Io, precario in Italia ho scelto l’Inghilterra Ora sono responsabile nel pronto soccorso"
E’ uno dei responsabili del pronto soccorso dell’ospedale di Norwich in Inghilterra, e dal 2017, è riuscito a strappare il posto fisso all’estero dopo anni di precariato in Italia. Diego Olivari, 49 anni, medico dell’emergenza urgenza nato a Lamporecchio è molto conosciuto a Pistoia, dove ha frequentato anche le scuole superiori. Si tratta di uno dei camici bianchi scappato all’estero per riuscire ad avere una stabilità economica. Oggi, grazie a dei colloqui fatti esclusivamente on line ed un curriculum invidiabile, è responsabile delle emergenze nell’ospedale Uk.
"Sono partito in moto dalla Toscana ed ho raggiunto Londra appena ne ho avuto la possibilità – racconta il medico – Un amico che faceva medicina a Firenze mi aveva illustrato questa possibilità. Dopo anni in cui lavoravo al 118 di Grosseto, con contratti che venivano rinnovati di tre mesi in tre mesi, mi è bastato iscrivermi all’ordine dei medici inglesi e affidarmi a delle agenzie specializzate. Dopo i primi colloqui on line mi hanno subito chiamato a lavorare". Lo scoglio è stato all’inizio la lingua inglese. "Non chiedono un livello base ma la lingua deve essere parlata quasi come fossi nato in loco e quindi una volta arrivato non ho superato il test – prosegue – Nei due anni in cui ho studiato la lingua mi hanno chiamato a sviluppare il reparto medico subacqueo a Dubai. Mi ero specializzato a Pisa nel settore. Nel 2017 ho riprovato il test di inglese e l’ho superato e sono stato subito assunto a tempo indeterminato". Non solo il prestigio della posizione ma anche la retribuzione economica che è molto più gratificante rispetto all’Italia. "Lavorando fuori da Londra, più a est, lo stipendio è davvero alto rispetto al costo della vita quindi posso dire che non c’è paragone con il trattamento italiano".
Il consiglio del dottor Olivari a chi sta decidendo di intraprendere medicina, naturalmente, è quello di rivolgersi all’estero. "La politica sanitaria italiana come l’quella europea tende a non investire nel territorio e così anche in Inghilterra l’ospedale diventa l’unica soluzione – spiega – Ma qui c’è possibilità di fare carriera, di fare molta più pratica rispetto all’Italia. Basta considerare che per avere una specializzazione bisogna assistere a molti interventi e ti mandano davvero in tutti gli ospedali necessari per formarti. Invece, da quello che sento avendo parenti che studiano all’università, in Italia, il metodo universitario è cambiato rispetto a quando studiavo io. Poca pratica, davvero poca". E poi naturalmente le scelte politiche secondo Olivari andrebbero cambiate.
"Se non si investe nel territorio in modo da far respirare gli ospedali e quindi invogliare i giovani a lavorare, se non si investono risorse negli stipendi dei medici continueranno a scegliere l’estero rispetto all’Italia. Io ne sono un esempio, anni di precariato mi hanno stancato e vedo ex colleghi del 118 ancora combattere con giorni di ferie non retribuiti, malattie non retribuite e altro, perché vivono senza una stabilità. Questa è la realtà".
Michela Monti