REDAZIONE PISTOIA

Iron & logistics, notte in fabbrica e assemblea permanente dei lavoratori: “Vogliamo i risarcimenti”

La decisione dei Cobas dell’azienda di Agliana «Il Tribunale di Prato dichiarò illegittimi tutti i licenziamenti dei lavoratori accusati di aver scioperato e picchettato i cancelli dell’azienda. Tutti dovevano essere reintegrati e risarciti»

Lavoratori di Iron & Logistics in assemblea permanente

Lavoratori di Iron & Logistics in assemblea permanente

Agliana (Pistoia), 4 novembre 2024 – . I lavoratori e le lavoratrici di Iron Logistics (una stireria conto terzi di agliana che lavora per noti brand della moda a conduzione italiana) sono entrati in assemblea permanente e si preparano a passare la notte in fabbrica «contro lo smantellamento» dello stabilimento. “E’ troppo forte il sospetto – si legge in un comunicato sindacale di Sudd Cobas - che l'azienda stia cercando di "scappare" a fronte delle centinaia di migliaia di euro di debiti nei confronti dei propri lavoratori e lavoratrici. Nelle ultime settimane i lavoratori e le lavoratrici hanno visto la fabbrica svuotarsi di volumi, mentre nessuna nuova commessa entra. La società non è stata in grado di fornirci alcuna spiegazione plausibile a quello che sta accadendo, limitandosi a rassicurazioni che non trovano alcun riscontro. I volumi sono stati spostati altrove, mentre è facile sospettare che anche i macchinari potrebbero essere portati via da un momento all'altro».

Tutto affonderebbe le proprie radici, secondo i lavoratori, nel lontano 2022 quando l’azienda decise di licenziare «gli iscritti al sindacato che avevano scioperato contro il mancato pagamento degli stipendi». «Seguì – spiega sempre Sudd Cobas – l’intervento dell’Unità di Crisi della Regione Toscana e lo sciopero si concluse dopo due mesi con la firma di un accordo in sede di Regione che prevedeva il progressivo reintegro dei lavoratori licenziati. Dopo pochi giorni, una volta effettuato il trasferimento dello stabilimento ad Agliana, l’azienda annunciò pubblicamente che non avrebbe rispettato l’accordo con il sindacato firmato con la mediazione della Regione. Alla fine del 2023 ci pensava il Tribunale del Lavoro di Prato a dichiarare illegittimi tutti i licenziamenti dei lavoratori accusati di aver scioperato e picchettato i cancelli dell’azienda».

L’azienda veniva quindi condannata al reintegro e al pagamento di risarcimenti da centinaia di migliaia di euro: «Ma neanche un euro è stato pagato – dicono i Cobas – e nel frattempo, l'azienda aveva approfittato della provvisoria eliminazione del sindacato in fabbrica per tornare a non pagare gli stipendi».