
L’imprenditore edile pistoiese Franco Giusti
Pistoia, 11 aprile 2019 - "Legambiente, i Verdi...di che cosa si preoccupano? Si tratta di un oggetto privato: è mio e, se un acquirente si fa avanti, è chiaro che la venderò senza problemi". Rispedisce al mittente polemiche ed esposti, Franco Giusti. L’isola di Cerboli, «scoglio» verde dell’Arcipelago toscano, è di sua proprietà, tramite la società Livingston con sede a Firenze, dal 2003 e fu rimessa in vendita poco tempo dopo.
"Non dovrebbe esserci nessuna sorpresa", dice dunque l’imprenditore edile pistoiese senza sbilanciarsi su possibili trattative in corso e, meno che mai, sul possibile prezzo di vendita che, secondo le indiscrezioni trapelate in questi giorni, potrebbe come minimo aggirarsi intorno a quattro milioni. "La comprai – spiega – perchè al tempo un professionista, che adesso è morto, garantì un piano di recupero delle costruzioni esistenti sull’isola. Non se ne è fatto nulla ma – specifica – certo è che continuo a pagarci le tasse e che abbiamo tutto il diritto di venderla".
L’isola rientra nella zona «A» del Parco Arcipelago Toscano, quella della massima tutela ambientale e, quindi, non può essere interessata da progetti di insediamenti turistici che punterebbero sul verde e su una storia prestigiosa. Cerboli venne acquistata negli anni Settanta dallo scrittore Carlo Cassola che intendeva preservarla dalla speculazione.
Dopo la sua scomparsa, attraverso vari passaggi agli eredi, è stata messa in vendita. Nei prima anni Duemila ci fu anche un progetto per la realizzazione di una residenza turistica, porticciolo e impianti sportivi (campi da tennis), ma non se ne fece mai di nulla proprio per i vincoli ambientali. Sull’isola esistono inoltre resti storici molto antichi. Nel 1108 vi fu edificata una torre di avvistamento e difesa dalla Repubblica di Pisa, riedificata dagli Appiani nel 1567. In epoca più recente l’isola fu utilizzata come cava di calcare: nel 1927 la pietra veniva estratta per approvvigionare lo stabilimento siderurgico Ilva di Piombino (il calcare era usato nell’altoforno come comburente per eliminare le scorie del minerale). L’isola comuque è ancora bellissima e selvaggia: sul versante sudoccidentale si apre una grotta ricca di stalagmiti che si estende per circa 25 metri.
"E’ un posto meraviglioso, quando mi è stato possibile ci sono stato a fare il bagno. E’ uno spettacolo della natura e non si vede perchè non potrei venderla – conclude Giusti –. Lo ripeto: è una proprietà privata. Anche chi ha inscenato le proteste con tanto di striscioni mica avrebbe potuto andarci senza il mio permesso...".