SAVERIO MELEGARI
Cronaca

La crisi del lavoro. Sempre meno occupati. Donne penalizzate. Pistoia maglia nera

L’ufficio regionale di statistica, sulla base delle elaborazioni di dati Istat, ha pubblicato la panoramica e i numeri della Toscana relativi al 2024. Nella fascia 15-64 anni, il tasso di attività è complessivamente al 66,1% .

L’ufficio regionale di statistica, sulla base delle elaborazioni di dati Istat, ha pubblicato la panoramica e i numeri della Toscana relativi al 2024. Nella fascia 15-64 anni, il tasso di attività è complessivamente al 66,1% .

L’ufficio regionale di statistica, sulla base delle elaborazioni di dati Istat, ha pubblicato la panoramica e i numeri della Toscana relativi al 2024. Nella fascia 15-64 anni, il tasso di attività è complessivamente al 66,1% .

PISTOIA

Una provincia che tende ad avere, purtroppo, sempre meno posti di lavoro, soprattutto se si è donna. Ed anche a livello di inattivi, ovvero i cosiddetti Net, sono davvero tanti e destano una grande preoccupazione in ottica futura. In questi giorni l’ufficio Regionale di statistica, sulla base delle elaborazioni di dati Istat, ha pubblicato la panoramica della Toscana relativa al mondo del lavoro per il 2024 e i numeri per la provincia di Pistoia sono alquanto allarmanti. Partendo da chi ha un’occupazione regolare, nella fascia 15-64 anni, si vede che il tasso di attività è complessivamente al 66,1% (composto dal 77,1% in campo maschile e 55,2% in quello femminile) che fa subito guadagnare a Pistoia e dintorni la maglia nera a livello regionale sia in valore assoluto che per le donne mentre per gli uomini siamo al sesto posto, in ogni caso al di sotto della media toscana.

La riflessione necessaria da fare per quanto riguarda il lavoro femminile è che, di fatto, poco meno di una donna su due non è produttiva e, in questo frangente, il divario con il resto della Toscana è davvero netto: la più vicina è Massa-Carrara col 58,7% davanti ad Arezzo col 61,1% e Pisa col 61,2%. Numeri che fanno paura se si pensa che, a livello regionale, l’occupazione è passata dal 65,3% del 2020 al 70,9% dello scorso anno, segno che da qualche parte una parvenza di ripresa c’è stata.

L’altra nota dolente, poi, è quella della disoccupazione. A fronte di una media regionale del 4%, e nazionale del 6,5%, la provincia di Pistoia si appaia proprio su quest’ultimo numero perché è di gran lunga la peggiore alla fine dello scorso anno davanti a Massa Carrara (6,2%) e Grosseto (5,2%).

Scomponendo il dato complessivo, si vede che in campo maschile resiste la sesta posizione al 3,5% mentre il primato, ahinoi, per le donne è pressoché irraggiungibile col 10,2%: qui, la distanza dalle altre, è ancora più grande visto che Massa Carrara è seconda con l’8,6% e Lucca terza con il 6,3%. In più, c’è da mettere sul tavolo una ulteriore considerazione: se si confronta Pistoia con le altre province dell’area metropolitana, i numeri diventano ancora più disastrosi. Prato, infatti, ha un tasso di disoccupazione al 2,5% - il migliore della Toscana – con quello femminile soltanto al 2,9% e Firenze fa leggermente peggio col 2,7%: da qui si capisce come Pistoia sia l’anello debole dell’area metropolitana e che sta diventando, sempre di più, la parte più povera di quella che è l’area maggiormente produttiva della regione. Con questa panoramica, viene da sé il primo posto anche per il tasso di inattività al 29,3%, ben al di sopra del 26,1% di media regionale: l’inattività per le donne, a fine 2024, raggiungeva addirittura il 38,3%, cinque punti e mezzo superiore a quello che è il dato toscano.

Saverio Melegari