Forse già vi è già capitato di incontrarla, una mattina, passando in via Desideri. O forse avete visto una sua foto sulle nostre colonne, qualche giorno fa. Sta di fatto che quel cartello con su scritto "il marciapiede è impraticabile" Rosalba lo porta sulla sua schiena ogni mattina che accompagna suo fratello Giorgio, con la sedia a rotelle, verso la Fondazione Maic. Una scritta che vuol essere una denuncia, una richiesta di attenzione e arriva quasi a essere una non dovuta giustificazione. Perché quelle poche semplici parole, se lette oltre, chiedono "semplicemente" - se così si può dire - una maggiore sensibilità da parte di tutti. "Siamo sempre tutti a corsa, in tanti in questo mondo a correre e lottare – dice Rosalba con l’emozione in gola –. Ma c’è chi ha più difficoltà di altri a farlo, e sarebbe bello che le persone pensassero anche agli altri. Mi piacerebbe che un giorno ci fosse più sensibilità verso gli altri. E chi cresce accanto a qualcuno con una disabilità, sa bene di cosa parlo".
Rosalba ci ha aperto la porta ai suoi pensieri e ha raccontato le giornate che vive insieme a suo fratello Giorgio, al quale sta accanto fin da quando erano giovanissimi, quando si sono ritrovati soli dopo la morte a breve distanza dei loro genitori. Ma Rosalba mi ha detto subito che non cerca né compassione né polemica. È una donna forte, ma adesso, a settant’anni, tristemente ammette e confessa che sente la stanchezza addosso degli anni e delle vicissitudini. Suo fratello Giorgio è più giovane di lei di qualche anno. Una paralisi cerebrale infantile ad oggi ne compromette una facile deambulazione. In più, recentemente, ha avuto un’operazione all’anca che fa sì che debba muoversi in carrozzina. "Sono anni e anni che combattiamo con la situazione delle strade e soprattutto dei marciapiedi – racconta Rosalba –. Dopo l’operazione Giorgio non dovrebbe subire colpi o scossoni. Ma purtroppo non solo il manto stradale è rovinato, non c’è più verso neanche di passare, sui marciapiedi. Quando ci sono i bidoni della plastica, quando quelli della carta. Quando i motorini e le biciclette. Ma d’altronde se non hanno dove posizionare le raccolte o un parcheggio per i mezzi, dove li devono mettere?".
È questa, Rosalba: pensa talmente tanto agli altri che arriva anche a comprendere queste situazioni che però compromettono la deambulazione. Perché lei, dice, non ce l’ha con nessuno. Una mattina, per colpa di una buca sul marciapiede, una ruota della carrozzina esce dalla sede. Rosalba tenta di impedire che Giorgio rovini a terra, ma la conclusione è che entrambi non ne escono incolumi. "E quindi da quel giorno ho deciso di andare in mezzo alla strada – spiega –. Ma ogni mattina la gente mi suonava, e inveiva, come se fossi spregiudicata".
Così, per continuare ad andare per la strada, decide di mettersi quel cartello sulla schiena per dirci perché è lì, cosciente di tutti i pericoli che ci sono a stare sulla carreggiata, a spingere Giorgio sulla sua sedia a rotelle. Adesso la gente le suona in segno di approvazione: un’altra musica, decisamente. "Tutte le mattine mi metto il giacchetto, il cartello, e Giorgio e io usciamo – conclude Rosalba –. Ma non mi sento più ridicola".
Gabriele Acerboni