Quelle 244 telefonate andate a vuoto sul cellulare della ex fidanzata, per tutta la giornata, sarebbero la prova di un’ossessione crescente, culminata nella terribile aggressione la notte del 14 maggio del 2022. È stato questo uno dei punti cardine su cui il sostituto procuratore Giuseppe Grieco ha focalizzato la sua puntuale requisitoria, descrivendo la doppia versione data dall’imputato, che in un primo momento aveva ammesso di aver cercato tutto il giorno e poi atteso la sua ex fidanzata in casa, per poi ribaltare la sua narrazione, descrivendosi a sua volta come vittima di un agguato preparato da lei e dal suo amico Fenzo Ferretti.
Quelle stesse 244 telefonate, invece, sarebbero la prova, secondo l’analisi ratteggiata ieri dall’avvocato Antonio Bertei, legale di Antonelli, che l’informatico non aveva nessun piano nascosto, che il dolore per l’allontanamento dalla sua ex era manifesto e che, anzi, nel tempo, era stato spesso lui, vittima delle intemperanze di lei, all’interno di un rapporto di coppia che era diventato via via più burrascoso, con periodi di lontananza e riprese.
In questo senso, Alex Antonelli sarebbe stato la parte debole della coppia, l’uomo sottomesso alla donna forte e libera, che lo avrebbe fatto soffrire. Ed anche per questo, lui la cercava, chiedeva conferme del loro legame.
"Non ci attendevamo una condanna così pesante – ha commentato ieri sera, al termine della lettura della sentenza, l’avvocato Antonio Bertei di Prato – Mi pare che avessimo tanti argomenti difensivi. Quello che è certo è che ci sono tanti aspetti da spiegare in questa ricostruzione e su cui far luce in una vicenda che così complessa. Dovranno essere molto bravi a scrivere delle motivazioni che reggano logicamente e che abbiano una tenuta salda. Noi da parte nostra presenteremo sicuramente appello. È una sentenza che a mio avviso sarà oggetto di attenta valutazione da parte dei giudici della Corte d’Appello. Ripeto, ci sono tanti nodi irrisolti in questa vicenda e non so se riusciranno a motivarli".
M.V.