Pistoia, 29 settembre 2020 - "Non si muore soltanto di covid, ma anche per la paura del covid". Sono a pezzi i familiari di un ragazzo di 36 anni morto nel sonno, stroncato da un malore probabilmente ricollegabile a una polmonite bilaterale, ma non provocata dal coronavirus. Si chiamava Matteo Melani e abitava a Casore del Monte con la sua famiglia. Era nato l’8 gennaio del 1984.
Lascia la mamma Claudia (il padre è morto qualche anno fa) e due fratelli: Lorenzo, che lavora come fornaio nel forno di Danila, a Casore del Monte, ed Emanuele, apprezzato chef, che ha il ristorante Tamoil di Sant’Ippolito, tra Agliana e Prato.
Ed è proprio Emanuele, con la compagna Diana Charismas, che ci racconta cosa è accaduto in questi ultimi giorni e di come la situazione sia precipitata senza che sia stato possibile far niente per Matteo, che è rimasto a casa, ad aspettare l’esito del tampone e non è mai andato in ospedale se non da morto, per l’autopsia sanitaria, eseguita ieri.
"Matteo si è sentito male domenica scorsa, il 20 settembre – ci spiegano Emanuele e Diana – aveva la febbre e dolori – . Naturalmente si è pensato subito al covid. Il medico curante ha seguito tutto l’iter e ha prescritto il tampone che è stato eseguito il giorno dopo, a domicilio, ma i risultati sono arrivati soltanto giovedì. Il tampone era negativo. Giovedì – ci spiegano ancora il fratello e la cognata –, Matteo aveva ancora la febbre e il primo antibiotico lo ha preso quel giorno. La sera è andato a letto e la mattina di venerdì lo abbiamo trovato morto...".
Ieri mattina è stata effettuata l’autopsia sanitaria per chiarire le cause di questo improvviso e prematuro decesso di una persona giovane, sana e in piena attività. I risultati ufficiali arriveranno fra qualche tempo, i familiari hanno potuto apprendere, per il momento, soltanto un primo esito, in attesa dei referti.
"Matteo – spiegano ancora Emanuele e Diana fra le lacrime – per quello che è stato possibile capire, sarebbe morto per una polmonite bilaterale, e non interstiziale, come la polmonite provocata dal covid, aveva anche un ispessimento del ventricolo sinistro.
"Ma non si può morire così – si addolorano il fratello e la cognata – morire perchè siamo terrorizzati. Perchè non si muore soltanto di covid, ma anche per le conseguenze della paura che questa malattia suscita.
"Tante cose per il momento non ce le sappiamo spiegare. Noi adesso non sappiamo quali passi faremo, aspettiamo i risultati formali dell’autopsia, poi decideremo. Per il momento – ci tengono a sottolineare – non prendiamo nessuna posizione".
"So soltanto – conclude Emanuele Melani – che mio fratello era un ragazzo sano, un ragazzo nel pieno delle forze, un ragazzo resistente alla fatica. Faceva lavori di manutenzione, ha fatto lo stalliere e ha lavorato nei campi. Questa fine ci lascia senza parole".
La famiglia ha predisposto per oggi la veglia nelle cappelle del commiato dell’ospedale San Jacopo mentre i funerali di Matteo si svolgeranno domattina (mercoledì), alle ore 9, nella chiesa della Misericordia, in via del Can Bianco.
lucia agati