La funivia perde cinque milioni: "Non rispettati i tempi per l’appalto"

La Giunta Regionale della Toscana ha revocato parte del finanziamento. La risposta: "È una riassegnazione"

La funivia perde cinque milioni: "Non rispettati i tempi per l’appalto"

Una delle assemblee del percorso partecipativo sul progetto della funivia Doganaccia Corno alle Scale che si è sviluppato con vari contrasti negli anni e ora vede le sue battute conclusive

"Partirono in due, ed erano abbastanza", cantava Antonello Venditti nel 1978, poco dopo apparve all’orizzonte della Montagna pistoiese il collegamento Doganaccia Corno, prima come discorso da bar, poi prese pian piano forma e arrivarono i primi progetti e relativi finanziamenti. I due d’allora erano gli amministratori locali e la Comunità Montana in cui erano riuniti. Dopo questo lento percorso di avvicinamento, su cui nessuno o quasi aveva espresso una opinione, da un paio d’anni a questa parte i distinguo sono aumentati. "Quel progetto – scriveva Valerio Sichi nell’ottobre del 2022 - risponde a un momento storico completamente diverso da quello attuale, e lo stesso Comune di Abetone Cutigliano è da sempre contrario all’impianto". Pur se risulta che, anche in tempi recenti che l’amministrazione citata abbia espletato tutte le procedure amministrative per realizzarlo.

Dopo che la Regione aveva individuato risorse per 15,7 milioni di euro, nel settembre 2002, è stato attivato un percorso partecipativo svoltosi in tre diversi incontri in cui, molti ex politici hanno fatto passerella, alla ricerca della perduta visibilità ma, alla fine si è soltanto allargato il baratro dell’incomunicabilità tra favorevoli e contrari.

Adesso si aggiunge un nuovo capitolo alla controversa questione, aperto dal comitato "Un altro Appennino è possibile" che scrive sul suo profilo facebook: "notizia bomba, persi 5 milioni di finanziamento", argomentando che la Giunta Regionale della Toscana ha revocato cinque milioni del finanziamento, perché la Provincia di Pistoia, proprietaria di gran parte dell’area su cui la funivia si svilupperebbe, quando realizzata: "non è riuscita a rispettare il crono programma che prevedeva l’appalto dei lavori della funivia entro il 19 ottobre 2024, cosa ad oggi impossibile". La spiegazione, secondo il comitato risiede nel fatto che "alcune soluzioni progettuali sono in contrasto con le normative ambientali e l’importo definito per il progetto è largamente sottostimato rispetto alla realtà".

La risposta dell’Amministrazione è che non si tratta di una revoca ma di una riassegnazione, prova ne sia che la decisione della Giunta regionale recita: "al fine di assicurare piena copertura finanziaria dell’intervento "Nuova funivia Doganaccia – Corno alle Scale" la Giunta regionale, con proprio atto, destina all’ambito di intervento "Strumentazioni per impianti funiviari" (C6), di competenza della Direzione Attività Produttive, una quota di pari importo (€ 4.979.783,75) delle risorse ex Legge 145/2018, a valere sull’annualità 2026"; da questo sembrerebbe che la decisione sia perentoria, cosa che il Comitato mette in dubbio in virtù del fatto che in due anni può succedere di tutto.

Al momento è convocata la Conferenza dei Servizi, cioè l’organo che riunisce tutti i soggetti aventi titolo a esprimersi sull’argomento, questa è l’assise in cui verrà presa la decisione, se dare il via al progetto o buttarlo nel cestino. Un dato su cui riflettere è che a sbrogliare l’intricata matassa saranno tutti tecnici, mentre gli eletti, mandati a rappresentare i cittadini staranno fuori dalla porta.

Andrea Nannini