La funivia Doganaccia Corno alle Scale, non piace alla destra e neppure alla sinistra, lo si evince facilmente dalle prese di posizione dei consiglieri provinciali, Francesco Branchetti e Giuseppe Patanè. Esponente dei Democratici progressisti il primo e di Provincia per tutti il secondo. Branchetti in una sua nota ribadisce il pieno appoggio all’amministrazione guidata da Luca Marmo: "la Provincia di Pistoia, come dimostra l’approvazione del bilancio 2025-2027 che abbiamo sostenuto convintamente, è impegnata in uno sforzo importante per garantire investimenti su scuole, strade, ponti e manutenzione del territorio. Un obiettivo fondamentale, grazie ai fondi Pnrr e regionali intercettati, reso possibile dall’impegno di tutta la struttura dell’ente". Ma si manifesta critico nei confronti del progetto della funivia affermando: "proprio per questo è ancora più inspiegabile che si vogliano sottrarre risorse ed energie per portare avanti un progetto anacronistico e impattante come quello della funivia Doganaccia - Corno alle Scale. Per altro la stessa Regione Toscana, a settembre, aveva preso atto dei ritardi nella realizzazione della nuova funivia, revocando un contributo di 5 milioni di euro e posticipandolo al 2026. Cinque milioni revocati e riassegnati, per quest’anno, ad altre opere indicate dalla legge: messa in sicurezza del territorio, viabilità, rigenerazione urbana e riconversione energetica".
Dalla opposta sponda Patanè, in sintonia per quanto riguarda la funivia, afferma: "Come già evidenziato nella seduta del bilancio di previsione dello scorso 20 dicembre, come gruppo consiliare avevamo già espresso forti perplessità sulla sostenibilità dell’opera che l’Ente ritiene strategica e che ricordiamo ha un costo stimato di circa sedici milioni di euro finanziati dalla Regione Toscana. Investimento che a nostro parere risulta palesemente anacronistico e non rispondente alle reali esigenze del territorio appenninico, soprattutto a fronte del cambiamento climatico e delle mutate condizioni del turismo invernale e sciistico. Nell’audizione, il Comitato dopo aver manifestato le legittime perplessità sull’impatto paesaggistico che l’opera avrebbe nell’area in esame, ha elencato una serie di criticità di metodo e procedurali, alcune palesemente ostative poiché in contrasto con gli strumenti di pianificazione territoriale, comunale e provinciale, argomentando anche su alcune valutazioni tecniche nella progettazione esecutiva che, a loro dire, sono insostenibili o comunque inappropriate". Non c’è però ancora il definitivo pronunciamento della Conferenza dei Servizi, organo legittimato a dare o meno il via ai lavori.
Andrea Nannini