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La legge sul fine vita: "Una sconfitta per tutti. Ma noi non arretreremo"

Il vescovo Tardelli interviene dopo l’approvazione della norma regionale "Viene il dubbio che sia solo una comparsata comunicativa ben orchestrata" .

Monsignor Fausto Tardelli, vescovo di Pistoia e Pescia

Monsignor Fausto Tardelli, vescovo di Pistoia e Pescia

Tiene banco in questi giorni l’approvazione, da parte del Consiglio regionale, della legge di iniziativa popolare sul cosiddetto "suicidio medicalmente assistito" approvata, per la prima volta in Italia da un consesso politico regionale. "Una forzatura ideologica che presenterà limiti formali e morali – attacca monsignor Fausto Tardelli. I cattolici impegnati non dovrebbero avere paura di andare controcorrente".

Questo l’intervento completo del vescovo delle diocesi di Pistoia e Pescia: "Si possono fare tutte le leggi del mondo, ma togliersi la vita e aiutare qualcuno a togliersela non sarà mai una cosa buona. Questo è molto chiaro e va detto. Quando poi si arriva a considerarlo una cosa buona, vuol dire che qualcosa dentro di noi si è spezzato e si è messo sottosopra. Se capita a chi soffre, tutto è nelle mani dell’infinita misericordia di Dio. Ma se invece diventa una lucida teoria, una ideologia, è solo accecamento della ragione".

Queste le dichiarazioni del vescovo di Pistoia, monsignor Fausto Tardelli sulla recente approvazione della legge regionale sul tema del fine vita.

"L’approvazione in consiglio regionale della legge dedicata al “suicidio assistito”, come già affermato dal Cardinale Lojudice e da altri confratelli vescovi – osserva il monsignore nel suo intervento –, è un fatto estremamente spiacevole e doloroso, una sconfitta per tutti e soprattutto un arretramento dei diritti, dei presìdi di civiltà e amore per il prossimo che erroneamente si vuol presentare come tutelati. Di fronte a questo provvedimento, come potranno lavorare i medici, gli operatori sanitari, coinvolti a esempio nelle “commissioni territoriali”, che loro malgrado saranno messi davanti a scelte drammatiche, senza peraltro un quadro normativo nazionale chiaro e di tutela?

"Viene il dubbio che quella presentata sia soltanto una comparsata comunicativa ben orchestrata, una forzatura che molto presto mostrerà tutti i suoi limiti, legali e morali. Tutto questo – continua il vescovo – in un contesto di preoccupante ed evidente arretramento della sanità pubblica, in cui questo nuovo quadro normativo potrebbe aprire scenari drammatici già nel prossimo futuro.

"Quanto ai cattolici impegnati in politica – è l’accento deciso di Tardelli sulla questione –, ammesso che ancora esistano, almeno qualche volta non dovrebbero aver paura di andare contro corrente e porre attenzione a non prestarsi a giochetti, fatti perlopiù per mantenere il potere. Dal canto nostro – conclude il vescovo –, come Chiesa non arretreremo a fronte delle richieste di amore e di cura che provengono dalle famiglie e dalle comunità, che chiedono semmai più risorse e più sostegno per l’accompagnamento delle persone malate o fragili, per tutelarne realmente la dignità, fino alla fine".