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La locandiera, una rivoluzione al femminile

Oggi e domani al Teatro Manzoni, il capolavoro di Goldoni con Sonia Bergamasco, fnalista al Premio Ubu. "Un testo moderno"

La locandiera, una rivoluzione al femminile

«La Locandiera» di Goldoni in una rilettura del regista Antonio Latella

Arriva (stasera alle 20.45, domani alle 16), per la proposta della stagione di prosa del Teatro Manzoni, un grande classico della nostra letteratura, "La Locandiera" di Goldoni in una rilettura del regista Antonio Latella, con la bravissima Sonia Bergamasco e un cast altrettanto di talento con Marta Cortellazzo Wiel, Ludovico Fededegni, Giovanni Franzoni, Francesco Manetti, Annibale Pavone, Gabriele Pestilli e Marta Pizzigallo. Per il ruolo di Mirandolina tra l’altro, Sonia Bergamasco è inserita nella terna delle attrici finaliste al Premio Ubu 2024 (verdetti e premiazioni il prossimo 16 dicembre). La storia è quella nota con Mirandolina, donna giovane e attraente, possiede una locanda a Firenze che le è pervenuta in eredità dal babbo e che amministra con l’aiuto di un cameriere, Fabrizio. La locanda, un "luogo-mondo che accoglie infiniti mondi", come scrive il regista raccontando lo spettacolo. "Più che un uomo per la figlia – continua Latella -, il padre sceglie un uomo per la Locanda, un uomo pronto a tutto pur di proteggerla. Credo che Goldoni con questo testo abbia fatto un gesto artistico potente ed estremo, di sconvolgente contemporaneità. Non solo siamo davanti al primo testo italiano con protagonista una donna, Goldoni va oltre e scardina ogni tipo di meccanismo, eleva una donna formalmente a servizio dei suoi clienti a donna capace di sconfiggere tutto l’universo maschile, soprattutto una donna che annienta con la sua abilità tutta l’aristocrazia. Di fatto Mirandolina riesce in un solo colpo a sbarazzarsi di un cavaliere, di un conte e di un marchese. Scegliendo alla fine il suo servitore come marito fa una scelta politica, facendo diventare la Locanda il luogo da dove tutta la storia teatrale del nostro paese si riscriverà". Ovviamente centrale e cruciale il ruolo di Mirandolina, personaggio "al servizio dell’opera" che non deve "fare del proprio essere femminile una figura scontata e terribilmente civettuola, cosa che spesso abbiamo visto sui nostri palcoscenici – evidenzia Latella -. Spesso noi registi abbiamo sminuito il lavoro artistico culturale che il grande Goldoni ha fatto con questa opera, la abbiamo ridimensionata, cadendo nell’ovvio e riportando il femminile a ciò che gli uomini vogliono vedere: il gioco della seduzione. Goldoni, invece, ha fatto con questo suo testamento, una grande operazione civile e culturale. Siamo davanti a un manifesto teatrale che dà inizio al teatro contemporaneo, mentre per una assurda cecità noi teatranti lo abbiamo banalizzato e reso innocente. La nostra mediocrità non è mai stata all’altezza dell’opera di Goldoni e, molto probabilmente, non lo sarò nemmeno io. Spero, però, di rendere omaggio a un maestro che proprio con Goldoni ha saputo riscrivere parte della storia teatrale italiana: parlo di Massimo Castri". Per informazioni e acquisto dei biglietti è possibile chiamare i numeri del Teatro (0573.991609/ 27112) o collegarsi al sito bigliettoveloce.it.

linda meoni