La macchina dei soccorsi: "Il sistema ha funzionato"

La centrale operativa Pistoia-Empoli e la ’maxi-emergenza’ nel complesso

Adesso possiamo dirlo: quella di sabato è stata una serata drammatica, ma miracolosamente non una tragedia. I feriti più gravi del crollo all’ex convento di Giaccherino, infatti, non sono in pericolo di vita. Anche la giovane donna incinta, che tanta preoccupazione aveva suscitato subito dopo il crollo, sta bene, così come sta bene il suo bambino. Non è stata solo questione di fortuna o casualità: a scongiurare il peggio e la presenza di vittime è stata anche la macchina dei soccorsi, che ha funzionato al meglio.

Dai primi minuti dopo il crollo, infatti, la centrale operativa Pistoia-Empoli ha dato supporto al protocollo "Maxi-emergenza". Quelli di sabato sera, dopo il crollo, sono stati minuti concitati e all’apparenza caotici. In realtà la catena organizzativa dei soccorsi, nonostante le oggettive difficoltà nel raggiungere l’ex convento in vetta alla collina e utilizzando la sola strada stretta a disposizione, filava secondo i piani. Tanto per cominciare, la Centrale Operativa Pistoia-Empoli, tramite il suo direttore, il dottor Piero Paolini, ha provveduto all’invio sul luogo dell’evento di due automediche, cinque ambulanze infermieristiche e otto ambulanze Blsd (supporto di base alle funzioni vitali e la defibrillazione). A sostegno sono state inviate anche dieci ambulanze Bls (dotate "solo" di supporto vitale di base, in carico per lo più alle associazioni del territorio) e quattro pulmini. Per non dirottare tutti i mezzi e le forze in una sola area, negli stessi minuti la Centrale aveva allestito due ambulanze con medico e infermiere a bordo e sette ambulanze dotate di defibrillatore.

Contemporaneamente a questo, le ambulanze ordinarie hanno garantito una serie di tempestive dimissioni dei pazienti meno gravi in modo da fare posto ai pazienti feriti, in peggiori condizioni, in arrivo dal luogo del crollo.

L’assorbimento dell’emergenza non è passato solo dal San Jacopo, l’ospedale più vicino al luogo del disastro: l’intera rete ospedaliera, con i presidi di Prato, Lucca e Careggi su tutti, ha reagito "come un unico sistema nell’interesse primario di soccorrere e curare i feriti nel più breve tempo possibile", come hanno commentato gli stessi vertici Asl. Nella macchina dei soccorsi, però, c’è tanto di Pistoia: le ambulanze e gli uomini attivati nell’immediatezza del crollo, seppur in coordinamento con le altre realtà fuori provincia pronte ad ricevere i pazienti, provenivano tutti da Pistoia. Un bel risultato, insomma, per la sanità pistoiese e toscana. Un sistema che, talvolta, mostra pecche e sembra a volte perdersi nelle dinamiche più semplici, ma che di fronte a una vera e propria emergenza ha mostrato di saper ben gestire la più critica delle situazioni.

Francesco Storai