La magia della Svizzera Pesciatina. Alla scoperta di boschi e borghi

La nuova escursione proposta parte da San Quirico nella Vallerana e prosegue per i sentieri del Cai

La magia della Svizzera Pesciatina. Alla scoperta di boschi e borghi

Anche questo itinenrario si ispira ai percorsi illustrati nella guida «Escursioni sulla Montagna Pistoiese» (Idea Montagna, 2024)

Per l’ultimo appuntamento con le camminate estive, ispirate alla guida "Escursioni sulla Montagna Pistoiese" (Idea Montagna, 2024), si propone un itinerario che esplora la Vallerana, meglio conosciuta come Svizzera Pesciatina, per come la definì lo storico svizzero De Sismondi alla fine del Settecento. È qui che sorgono le cosiddette Dieci Castella: dieci borghi arroccati, uno più affascinante dell’altro. Tra questi c’è San Quirico, noto fin dal XVII secolo per la produzione di campane, destinate ai campanili di tutta la Toscana, che è il punto di partenza dell’escursione.

La camminata prende il via dalla parte alta del paese, precisamente da via Madonna del Soccorso, dove sono visibili i segni bianchi e rossi del sentiero 250 del CAI. Imboccato il sentiero, quasi immediatamente ci si trova immersi in un castagneto. Sono proprio i castagni, protagonisti di questo territorio, ad accompagnare i camminatori per gran parte del percorso, alternati talvolta da altre specie arboree, ma sempre ricorrenti. Dopo 500 metri si trova un bivio: il sentiero da seguire è quello sulla destra in salita. Si cammina per 1 km, fino a trovare un sentiero stretto che scende sulla sinistra: lo si prende e in pochi passi si vede spuntare fra gli alberi la chiesetta della Madonna del Tamburino.

Questo incantevole oratorio in pietra del XVII secolo, costruito probabilmente da un eremita, è situato in una posizione isolata nel bosco: un luogo dove vale la pena soffermarsi, grazie anche alla fontana antistante all’edificio e ai tavoli in legno. Ci si reca dunque dietro alla chiesa e si riprende il CAI 250 verso destra, che in questo tratto corrisponde all’ampio sterrato di Via di Croce a Veglia. Dopo 300 metri il sentiero lascia la strada per inerpicarsi a sinistra, stretto fra gli alberi. Inizia qui la salita, tra felci e castagni, fino alla vetta del Monte Battifolle.

In cima si tiene la destra e si cammina sul crinale, incontrando vari cippi in pietra riportanti la data 1795. Sono quelli che segnavano il confine fra il Granducato di Toscana ed il Ducato di Lucca, ritrovati e ripuliti dai volontari del CAI nel 2020. Dopo quasi due chilometri si giunge all’incrocio del Sargentino, dove si prende la discesa sulla destra e poi, al bivio situato immediatamente dopo, si tiene ancora la destra: ci si trova nuovamente su Via di Croce a Veglia, che in due chilometri conduce al Rifugio Uso di Sotto.

Appena 400 metri dopo il rifugio, si prende il sentiero che curva stretto a sinistra e che riconduce rapidamente a San Quirico. Dati tecnici: l’anello completo è lungo 12,4 km, con 740 metri di dislivello, e si percorre in circa 5 ore. La quota massima raggiunta è di 1110 m slm.

Andrea Cuminatto