
Con la partenza del dottor Di Patre, il territorio è rimasto sguarnito di un servizio essenziale. Breschi non ci sta: "La salute è la condizione essenziale per non abbandonare la terra natale".
La notizia della partenza del dottor Di Patre, guardia medica sul territorio di Sambuca Pistoiese, ha rimesso in moto le preoccupazioni e le polemiche di questo angolo di area interna che rischia di rimanere sempre più isolata non avendo nemmeno il medico di base presente e per una visita occorre scendere fino a Candeglia. In mezzo a questa crisi, che sembrava in parte risolta circa un anno fa, il sindaco Marco Breschi si è messo, se così si può dire, il cuore in mano per lanciare un appello, in attesa che magari intanto possa tornare qualcuno (una volta a settimana) a coprire il vuoto lasciato dalla guardia medica.
"Da nove mesi sono sindaco di un comune “di frontiera“, – dice il primo cittadino di Sambuca – sospeso tra Toscana ed Emilia Romagna con gente forte, orgogliosa e piena di dignità. Negli anni, in passato, ho imparato a respirarne l’aria, di questa vita in montagna e, solo adesso, mi sto davvero rendendo conto dei diritti essenziali negati a tutti i sambucani e di come subiscano una logica economica disumana che lascia indietro e non si prende cura di chi non vuole abdicare alle proprie radici".
Un territorio dall’età media molto alta, dove i giovani si contano sempre di più col contagocce e, nella maggior parte dei casi, gravitano verso Alto Reno Terme e l’Emilia piuttosto che usufruire di lavoro, e servizi, di Pistoia e della Toscana causa chilometri da percorrere per trovare qualche punto di riferimento. E se per i giovani questo cammino è complesso, figuriamoci ancora di più per i tanti anziani.
"Le richieste dei miei concittadini – prosegue Marco Breschi – non sono mai implorazioni o sterili lamentele, ma dignitosi richiami alle più elementari e legittime basi della convivenza umana e civile e sono dettate da una pietà che la società forsennata di oggi sta malauguratamente smarrendo. La loro prima preoccupazione è la salute, perché rappresenta la condizione primaria per non abbandonare la terra natale, ma da qualche anno sono privi del medico di famiglia. L’attuale normativa non ne garantisce la presenza sul territorio e da qui il mio appello a un medico affinché faccia una scelta dettata dal cuore.
"Credo che quassù non troverebbe solo pazienti bisognosi di un servizio, ma soprattutto amici sinceri, confidenti preziosi e testimoni veri di un senso di umanità che sta scomparendo. Sono sicuro – conclude – che un medico coraggioso ne trarrebbe un arricchimento anche personale impareggiabile che renderebbe ancor più nobile questa professione. E la terra di Sambuca gliene potrebbe rendere merito".
S.M.