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La montagna non è solo neve. Il piano per il turismo verde
Mentre la stagione della neve si avvia al termine, gli operatori provano a tirare le somme di un inverno tra i più disastrosi tra quelli che si ricordano; la neve caduta è stata poca, quella programmata ha permesso, sia pur con tanta fatica e a costi elevati, di sciare bene, ma gli operatori non possono andare avanti così per un’altra stagione e i ristori compensano poco e non tutti. Che ci sia bisogno di correre rapidamente ai ripari è opinione diffusa. "Con la neve o senza c’è comunque un problema – spiega Davide Gavazzi dell’albergo Regina di Abetone -un problema che ha bisogno di essere risolto rapidamente. L’indotto collegato alla stagione dello sci soffre ma, è per un ragionamento sbagliato; la stagione delle passeggiate, delle biciclette o delle moto è molto più lunga, la sopravvivenza degli operatori è legata a progetti fatti e a volte anche realizzati, adesso però accantonati, vedi gare motociclistiche annullate anche recentemente. Quello degli impianti è un sistema che va bene quando la neve, naturale o generata, è sufficiente, allora lavorano noleggi, maestri di sci, albergatori, ristoratori e tutti gli altri nel sistema neve. Va da se che l’offerta deve essere migliorata e ampliata con occasioni e luoghi d’incontro, in tutto il periodo invernale, altrettanto vero è che il turismo verde, che da tempo gode di mappe, strade, sentieri e stradelli segnalati, offerti ad ogni grado di difficoltà, sia per bikers che camminatori a piedi, non vengono offerti. Da questo discende il disastro economico che si sta verificando. Sulle Alpi, dove l’offerta è ben più strutturata, le ore di lavoro, ad esempio dei maestri di sci, sono il triplo o il quadruplo e remunerate molto meglio che da noi. Se non si capisce che anche le presenze invernali non sono solo per sciare ma, molte anche per camminare nella natura. A queste persone non viene fatta nessuna proposta. Poi è facile, spesso anche giusto, rifarsela con gli amministratori ma la colpa, in buona parte è anche nostra. Pensare di risolvere tutto con qualche laghetto dove prendere acqua per fare la neve, operazione peraltro molto costosa, è fuorviante, il progetto di rilancio della Montagna passa attraverso un’offerta che prenda in considerazione almeno dieci mesi".
A quattro settimane dalla Pasqua, ultimo giorno per fare i conti sul risultato della stagione, con la speranza che in questo auspicato scampolo d’inverno il lavoro non manchi; si aggiungono i 100 giorni dalle elezioni amministrative, così in attesa che i contendenti raccontino agli elettori cosa vogliano fare questa volta. Il popolo della Montagna, si interroga con qualche legittima preoccupazione.
Andrea Nannini