Abetone, 4 gennaio 2023 - Dieci milioni di euro sciolti come neve al sole, proprio a causa di quella neve che non c’è e non si decide ad arrivare. Andando indietro con la memoria un disastro di queste dimensioni non si verificava da almeno quaranta anni. L’intero comprensorio sciistico è colpito: dagli impianti agli alberghi, dai ristoranti ai maestri di sci. Una valanga di disdette ha lasciato vuote le casse degli operatori con conseguenze che, a questo punto, possono essere solo drammatiche. A sollecitare l’intervento di Comuni, Provincia e Regione è Rolando Galli, presidente del consorzio Società Abetone Funivie: "La perdita è pari al cento per cento per tutto il sistema neve, dagli impianti ai ristoranti. L’inizio del 2023 si può definire solo con l’aggettivo “drammatico“. Stiamo organizzando con gli assessori Andrea Corsini, dell’Emilia Romagna e Leonardo Marras della Toscana, un incontro per fare arrivare a Roma un piano che permetta di sopravvivere a tutta la montagna appenninica, se per noi la situazione è diventata insostenibile, per gli altri, dall’Emilia all’Abruzzo, è altrettanto preoccupante".
"Dopo le stagioni cancellate dal covid e di fronte a questa anomalia climatica – ha scritto Corsini – dobbiamo dare risposte agli operatori per metterli nelle condizioni di resistere e non abbandonare la montagna di cui sono un presidio importante". Dopo aver organizzato un fronte comune, con Leonardo Marras (Toscana) e Daniele Damario (Abruzzo), il presidente della Regione Emilia, Stefano Bonaccini e l’assessore Andrea Corsini, hanno deciso di chiedere un incontro urgente alla ministra del Turismo, Daniela Santanchè.
"Il primo intervento – argomenta Galli – è quello finanziario, mutui e liquidità devono essere messi sotto controllo, investimenti ne abbiamo fatti, ma se la neve non scende e la temperatura nemmeno, non ci sono difese. Non possiamo permetterci il lusso di non presidiare la montagna perché se mancano gli abitanti a presidiare il territorio la Montagna scende a valle con quello che ne consegue. Il popolo dell’Abetone, oltre a garantire un’offerta turistica, si occupa anche di mantenere la sicurezza dei luoghi che i mutamenti climatici stanno rendendo sempre più bisognosi di attenzione".
Esattamente sulla stessa linea gli amministratori emiliani: "Un intervento a valere su tutta la montagna appenninica – chiudono infatti Bonaccini e Corsini – che, purtroppo, possiamo immaginare sarà sempre più esposta agli effetti del cambiamento climatico. Dobbiamo puntare anche sulla tecnologia per cercare di mettere gli operatori nelle condizioni di resistere e di non essere costretti ad abbandonare le nostre montagne di cui sono un presidio importante".