REDAZIONE PISTOIA

La Multiutility in borsa: "Le decisioni rimaste nella stanze del potere"

Il coordinamento "No Multiutility" scrive al segretario Dem, Emiliano Fossi "Gli unici eventi di informazione e confronto sono stati realizzati da associazioni" .

La Multiutility in borsa: "Le decisioni rimaste nella stanze del potere"

La Multiutility in borsa: "Le decisioni rimaste nella stanze del potere"

Nuovo appello al segretario regionale Dem Emiliano Fossi. Arriva dal Coordinamento Associazioni No Multiutility perché in "gli unici eventi di approfondimento, informazione e confronto sono stati realizzati dalle associazioni" in mancanza di azioni da parte dei partiti "che stanno procedendo sempre più velocemente verso l’obiettivo chiaro della quotazione". La richiesta, dunque, è quella di discussione ed approfondimento sul tema della finanziarizzazione e quotazione in borsa della multiutility toscana: un passaggio promesso e, da quanto si apprende, mai arrivato. "Per questo segretario noi non le nascondiamo che riteniamo inaccettabile il fatto che in questo periodo di rinnovo per molte amministrazioni, si cerchi di silenziare ogni tentativo di dialogo, informazione e confronto, proponendo di parlare di multiutility solo dopo le elezioni – si legge nella nota –. Lei segretario sa bene quanto noi, che su un argomento di estrema importanza come questo non potrà essere accettato che i candidati e i partiti non prendano una posizione chiara e definita prima delle tornate elettorali, al fine di consentire ai cittadini il conferimento di un mandato nella piena consapevolezza di quello che li aspetta".

"Ci è chiaro che chi ha concepito e propone questo progetto finanziario ha pieno potere rispetto a chi vorrebbe frenarlo ed indirizzarlo verso la tutela degli interessi pubblici di cittadini e aziende del territorio – prosegue la nota. Il tentativo di alcuni sindaci di spostare la partita in regione non ha come scopo quello di ampliare la “cabina di regia”, ma riconduce la decisione nelle stanze chiuse del potere, a danno dell’intera collettività, privata di informazione, di dibattito e con gli enti di governo locali privati di un qualsiasi strumento di programmazione e controllo proprio su quei sevizi pubblici che gli competono".

Poi l’affondo: "È inaccettabile che i sindaci si esprimano con orgoglio a proposito del voler fare utili attraverso servizi essenziali per la vita e l’economia, al sol fine di rinvigorire le casse comunali, senza però dire che questo comporterà inevitabilmente un ricarico sulle bollette dei cittadini e delle aziende. Questa è tassazione senza più il principio costituzionale di progressività, che in un momento di sempre crescente povertà non può in alcun modo essere presentata come un qualcosa di virtuoso e benefico per la collettività – e si conclude – . Il principio di collettività nella nostra costituzione è indissolubilmente legato a quello di mutualità e cura del prossimo come dei beni comuni".